Quando nel 2010 siamo tornati dal nostro viaggio a spasso per la California c’è presa una malinconia talmente forte da portarci a una sola conclusione.
Esiste il Mal d’America.
Sarà forse meno famoso del Mal d’Africa, ma di sicuro è suo parente stretto. Se il Mal d’Africa lo immagino come il senso di smarrimento simile a quello che prova il cucciolo quando viene separato dalla madre, un distacco doloroso, ancestrale, il Mal d’America è una totale mancanza di spazio.
Ci è sembrato tutto più piccolo, quasi claustrofobico, una volta tornati dall’America. E non importa se il viaggio ha interessato una metropoli, un deserto o un canyon. La sensazione è la stessa. Mancano i grandi spazi. Almeno, così ci siamo sentiti noi.
In California, oltre a città bellissime come San Francisco, San Diego, Monterey, abbiamo esplorato alcuni parchi nazionali, tra questi lo Yosemite.
Il più bello. Il più antico.
Quello a cui siamo più affezionati, se non altro per la quantità di animali che siamo riusciti a vedere in pochi giorni. In questo spazio ci piacerebbe aiutarvi a pianificare la visita, oltre a provare a descrivervi la nostra esperienza.
Visitare Yosemite: dove dormire
Innanzitutto il nostro consiglio è dormire all’interno dello Yosemite.
Questo significa essere disposti a pagare qualcosa in più rispetto ai normali lodge che troverete appena fuori i confini del parco, ma ne varrà la pena.
Per vedere più animali possibili, ma anche per ottimizzare le vostre giornate, vi converrà alzarvi presto… Tanto vale non perdere tempo a mettervi in auto per rientrare nel parco! E poi volete mettere svegliarvi con il rumore della Bridal Veil Fall di sottofondo o uscire dalla vostra tenda e trovare un’intera famiglia di cervi ad attraversarvi la strada?
Se optate per questa soluzione muovetevi in anticipo.
Noi, per dormire al Mother Curry Camp, il campeggio all’interno del parco, nel bel mezzo della Yosemite Valley, ci siamo mossi almeno sei mesi prima per prenotare.
È l’alloggio più alla buona, in teoria il più economico, e comunque si pagherà non meno di una sessantina di dollari a persona per una cabin tent, ovvero una tenda rialzata da terra con dentro una branda e del mobilio spartano, da campo militare.
Immancabile, fuori, l’armadio a prova di orso, dove dovrete riporre tutto quello che dall’odore potrebbe attirarli, quindi non solo cibo, ma anche saponi e dentifrici.
Questa storia degli orsi ci sembrava un po’ una montatura. Nonostante quasi tutti i diari di viaggi letti prima di partire parlassero di incontri ravvicinati con loro, non credevamo di poterne davvero incontrare uno, anche se, ovviamente, ci speravamo. Siamo stati fortunati perché di orsi ne abbiamo incontrati addirittura un paio in due giorni e mezzo.
Il primo, arrampicato sull’albero sotto il quale avevamo parcheggiato l’auto non appena arrivati al camping, cercava qualche frutto da smangiucchiare. Un ranger è subito intervenuto per far allontanare il capannello di curiosi permettendo all’animale una fuga dolce e indolore.
L’altro orso, l’ultimo giorno. Eravamo in auto quando, passando davanti a una grande radura, abbiamo notato questo ciccione grattarsi la schiena contro un tronco. Siamo rimasti in piedi, sul ciglio della strada con i nostri caffè d’asporto in mano, inebetiti, come ci trovassimo in un sogno. Non lo scorderemo mai.
Gli altri alloggi all’interno del parco per noi erano fuori budget, ma vi lasciamo comunque il sito di alcune sistemazioni, come l’Ahwahnee Hotel, che ha ospitato personaggi famosi e avrebbe ispirato Stephen King nel suo albergo degli incubi, l’Overlook, nella stesura di Shining, o il Wawona Hotel, in mezzo alle sequoie del Mariposa Grove, l’unica parte di Yosemite in cui è possibile vederle.
Visitare Yosemite: cosa vedere
Veniamo alle escursioni che si possono fare e comunque i principali punti d’interesse paesaggistico durante la stagione estiva, ovvero quando tutte le strade sono percorribili, salvo imprevisti.
Yosemite Valley
Bellissima, vi lascerà senza parole. Offre punti panoramici sbalorditivi per ammirare la Bridal Veil Fall e El Capitán, ma per vedere la valle in tutto il suo splendore spostatevi più a ovest, verso la Tunnel View. Numerosi i percorsi da fare a piedi, per camminate piacevoli a ridosso del fiume che si forma a valle proprio sotto la cascata. Semplicemente incantevole.
Mirror Lake
Dalla Yosemite Valley potete fare questa passeggiata di circa sei chilometri o prendere la navetta gratuita e quindi farvi un pezzo a piedi. Arriverete a questo lago un po’ nascosto, dove non possono giungere macchine, da dove potrete ammirate la cupola dell’Half Dome ergersi in tutta la sua possenza. Restate a godervi la pace e il silenzio che vi circondano. Noi siamo arrivati alle 6:30 del mattino e c’erano solo degli splendidi uccelli dalle piume blu a farci compagnia 🙂
Glacier Point
Con la macchina o il bus inerpicatevi su per la Wawona Drive, godetevi il panorama dalla Tunnel View, quindi proseguite in direzione Glacier Point. Dalla Yosemite Valley è circa un’ora di macchina. Da qui il punto d’osservazione sul parco intero è semplicemente maestoso, in mezzo a tanti scoiattolini affamati. Siete su un dirupo granitico di circa 2200 metri… Le vertigini sono piacevolmente comprese nell’esperienza!
Toulumne Meadows
Ah, il magico potere che intreccia immagini, suoni, ricordi, odori!
E’ impossibile non legare questo posto incantato alle musiche di Into the Wild di Eddie Vedder, una delle nostre colonne sonore preferite. Per arrivarci dalla Yosemite Valley è un bel viaggio in macchina, come da Roma arrivare a Napoli, ma la strada da percorrere, la Tioga Drive, è meravigliosa!
Tra i vari punti panoramici che incontrerete lungo il cammino notevoli il Tenaya Lake e l’Olmested Point.
Le Toulumne Meadows sono un’area gigantesca di prato erboso dove bisogna necessariamente attraversare passatoie di legno per evitare di calpestare vari esemplari di flora e fauna. Ho avuto un incontro ravvicinato con una timida talpetta che per colpa della mia disattenzione per poco non finiva sotto le mie scarpe. Per fortuna ho letto i cartelli in tempo 😉
Visitare Yosemite: informazioni pratiche
Per accedere al parco ci sono quattro diversi ingressi sparpagliati lungo il confine. Provenendo in macchina da San Francisco, il più vicino è quello nord, nei pressi di Sonora.
All’ingresso si acquista un pass che ha validità di sette giorni e che permette di entrare e uscire dal parco in tutta libertà in questo lasso di tempo.
Di solito sono 30 dollari se siete in auto, 15 in bici o a piedi, 20 in moto. C’è la possibilità di comprare quello annuale, ma insomma, non credo interessi.
Se sceglierete di dormire in campeggio, sappiate che nelle tende non ci sono prese di corrente, quindi è impossibile mettere in carica cellulari (ma poco importa, tanto non c’è campo) o fotocamere.
Le uniche disponibili sono all’interno dei bagni comuni, le stesse che userete per l’asciugacapelli o il rasoio elettrico. All’inizio potrà sembrare una scocciatura, ma poi vivrete la cosa quasi come un privilegio. Il legame con la natura si fa ancora più forte quando pian piano arriva il buio e l’unica luce a farvi compagnia è quella delle stelle. Vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo, vi sentirete come degli esploratori avventurosi che vanno a letto presto per risparmiare energie. Anche questo ha aiutato a far esperienza di Yosemite, tingendo tutto di autenticità e genuinità.
Sempre all’interno del campeggio, sappiate che le docce, in comune, sono molto poche, circa una dozzina per tutto il comprensorio. Se non volete fare la fila vi converrà svegliarvi presto.
Nei pressi del campeggio ci sono un bar, una tavola calda, uno spaccio e un negozio che vende articoli per l’outdoor, quest’ultimo un po’ caro.
Nel parco i distributori di benzina si contano sulle dita di una mano, ergo fate rifornimento appena potete.
All’interno del parco la velocità deve essere controllata. La maggior parte degli animali, infatti, muore a causa di incidenti stradali. Rispettare la natura significa soprattutto questo. Tenendo a mente che gli ospiti siamo noi e non il contrario.
E voi siete mai stati allo Yosemite? Dove avete dormito?
Il nostro rammarico più grande è non essere riusciti a vedere Mono Lake, il surreale lago salato a nord est del parco, davvero irraggiungibile per noi in così pochi giorni. Qualcuno di voi c’è stato e ce lo vuole raccontare?
Ma che bello ragazzi!
*_*
Fotografie bellissime ed esperienza incantevole!
Esiste eccome il mal d’America… ogni luogo che ci resta nel cuore ci manca per un motivo o per l’altro e ci fa sentire spaesati o nostalgici.
Complimenti per l’articolo!
Un bacio
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Ma grazieeee!! 🙂 Un bacio a voi!!!
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