San Francisco Iconica: Ashbury-Haight, Painted Ladies, Baker Beach, Golden Gate Park e…Football!

Se il musical The Lion King ha rappresentato il mio modo di immergermi per un giorno nella cultura locale, Valerio ha scelto di assistere a una tradizionale partita di autentico football americano per fare altrettanto.

Nello stadio Levi’s di Santa Clara, a circa due ore in macchina da San Francisco, domenica 1 gennaio gioca la squadra locale dei 49rs contro i Seattle Seahawks e così ci dividiamo: lui a tifare San Francisco, io e Sami a vivere una giornata all’insegna della lentezza.

Pranzo con calma e esco per una lunghissima passeggiata attraverso il Golden Gate Park: la scorsa volta ci eravamo fermati al Bison Paddock, stavolta proseguirò oltre.

Supero un meraviglioso laghetto artificiale preso d’assalto da cigni e papere, costeggio un’ampia radura per i picnic, con tavoli e panche adibite allo scopo, oltrepasso una bella cascata con il sottostante stagno impreziosito da decorazioni neoclassiche, quindi sono al Museo di Arte Contemporanea de Young.

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dsc_0787dsc_0788dsc_0789dsc_0794dsc_0798dsc_0801dsc_0808dsc_0809dsc_0811

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Particolare del tetto del Museo de Young

dsc_0828Una volta scesi entriamo alla California Academy of Sciences, una costruzione incredibile dal punto di vista architettonico, con un tetto erboso definito non a caso “living roof”con degli originali oblò per far entrare luce.

dsc_0815Purtroppo il museo chiude alle 17, e visto che il costo del biglietto è piuttosto importante preferiamo rimandare la visita. Uscendo il tempo è cambiato,  un vento talmente freddo da penetrare nelle ossa si è alzato costringendomi a prendere un bus, con enorme gioia del piccolino. Siamo lessi. E il papà ancora di più, sorprendentemente, quando torna dallo stadio. Sembra quasi abbia giocato lui…

In realtà restare fermi sotto il freddo per quasi 4 ore, visti i numerosi break pubblicitari, non deve essere il massimo del riposo.

Però quando Sami sarà più grande non mi dispiacerebbe provare ad andare tutti insieme. Vale mi ha confermato il suo ricordo alla stadio da bambino, quando a Washington andava a vedere le partite dei Redskins.

Il football americano è una festa corale. Ci si organizza con le birre e il barbecue e, a suon di hotdog e hamburger, si tifa tutti insieme, anche simpatizzanti di squadre diverse radunati in un unico settore, cantando cori a squarciagola e ubriachi come cocuzze. E questo, per me, è il senso più alto di SPORT.

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Il 2 gennaio esploriamo un altro quartiere simbolo di San Francisco: Ashbury-Haight.

Insieme a Mission è il mio preferito.

Colorato, alternativo, trasgressivo.

If you’re going to San Francisco be sure to wear some flowers in your hair…

Eh sì, non si può fare a meno di canticchiarla.

Qui è nata la cultura hippie della Summer of Love. Da qui sono passati tutti i cortei di protesta politica contro la guerra del Vietnam negli anni ’60. Qui sono nati artisticamente talenti come Janis Joplin e Jimi Hendrix. Qui la psichedelia non è mai passata di moda ed è ancora una cosa seria.

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Decorazione in una vetrina che vendeva costumi teatrali

Lungo gli incroci di Ashbury e di Haight i locali e i negozi interessanti non si riescono a contare.

Posticini minuscoli che propongono hamburger vegani, negozi che vendono o barattano strumenti musicali, vinili, libri, abiti, scarpe, centri tatuaggi e piercing, bazar che vendono chincaglieria indiana, abbigliamento militare.

Se volete fare qualche affare andate al Buffalo Exchange. Io ho preso un maglione e un cappotto usati, ma in perfetto stato a soli 50 dollari.
Mangiamo in un ristorante specializzato in brunch e crepes dolci e salate, molto tipico, si chiama Crepes on Cole, dal nome della strada dove sorge, proprio ad angolo.

Tornando ci fermiamo a Steiner Street, davanti Alamo Square, per vedere le Painted Ladies, un gruppo di casette dalle facciate colorate in stile vittoriano costruite alla fine del 1800, divenute celebri grazie alla sit-com Full House. San Francisco è piena di abitazioni come queste, però le “signorine” qui sono disposte in fila lungo la salita (o discesa) garantendo un vero e proprio effetto cartolina.

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Prima di tornare a casa passiamo per il bel Parco di Presidio, con le sue eleganti ville in stile inglese, per la maggior parte di proprietà di alte cariche dell’esercito.

Da qui a Baker Beach il passo è breve. È incastonata tra il Parco di Presidio, appunto, e quello di Land’s End e permette in estate di prendere il sole all’ombra del Golden Gate Bridge. Mica male, no?

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Oggi ci sono turisti, famiglie, pescatori e… Sami, che ride a squarciagola cercando di non farsi trovare impreparato da qualche cavallone. Inutile dire che siamo tornati a casa con un mare di sabbia nelle scarpe e quasi completamente zuppi😊

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Il pomeriggio ce ne stiamo tranquilli a casuccia con la family. It’s laundry time.

Ma domani e nei prossimi giorni abbiamo in programma di visitare la California Academy of Sciences, Berkeley, il Muir Woods National Monument e la Napa Valley. Can’t wait!

 

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Vivo a Roma, sono farmacista, ho 43 anni. Due figli, tre gatti, un pastore maremmano. In viaggio con Vale dal 2004, mi piace pensare che si possa viaggiare anche solo con un buon libro, un film, una canzone. Il blog nasce per il piacere di scrivere, immortalare e condividere le nostre esperienze di viaggio in giro per l'Italia e nel mondo. Sono una blogger atipica, molto poco social e non mi piace apparire in foto. Sogno il Sud America, ma poi con il cuore torno sempre a Parigi.

16 pensieri riguardo “San Francisco Iconica: Ashbury-Haight, Painted Ladies, Baker Beach, Golden Gate Park e…Football!

  1. Già sapevo di amare San Francisco pur non essendoci mai stata ma con i tuoi articoli Ale me la stai facendo davvero piacere più di quanto potessi mai immaginare. È bella, colorata, un luogo ideale dove andare in famiglia… E anche io non posso fare a meno di canticchiare quella canzoncina ogni volta che vedo una foto o sento parlare di Frisco!

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  2. Hai ragione cara, SF è godibilissima, anche in famiglia, anche in inverno. Non vi resta che sperimentare di persona appena possibile 😉 Vi dò un piccolo suggerimento, però… Non chiamatela Frisco..gli abitanti lo odiano 😂 Un abbraccio grande cari e grazie, come sempre❤

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  3. Meraviglioso il quartiere hippie *_* e ancora più meraviglioso (se si può dire) è il senso civico-sportivo che hai descritto! E quelle “signorine” sono adorabili! 😀
    Ma tua suocera vive lì? No perchè sarebbe l’unica spiegazione plausibile della tua rinuncia all’autentica partita di football americano per stare con lei 😛 heheeh scherzo!
    Ti abbraccio Alessia 😉

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    1. Ahahahah! No, mia suocera vive a Roma… Solo che per il primo dell’anno ha fatto capire che non se la sentiva di restare sola col pupo e così si è creato questo programma alternativo.
      Anche a me è piaciuto un sacco questo quartiere. Sembra rimasto immobile agli anni ’60…
      Ti ringrazio sempre tanto Dani, un abbraccio!

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  4. Magnifiche immagini! Non ho mai pensato pensato a San Francisco in questi termini, me la immaginavo caotica, grigia, sporca come (giuro non so perchè) immagino tutte le grandi città americane, io che in America non ci sono mai stata!
    Il parco sembra un’isola di vero relax e quel quartiere è simpaticissimooooo! E quelle casette tutte in fila, in sitlie inglese? Mi piacerebbe viverci 🙂

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    1. San Francisco non è grandissima e credo sia anche questo a renderla speciale, una specie di anello di collegamento tra una metropoli e una cittadina di provincia… Molto piacevole…Il parco è stata una vera scoperta! Avrei voluto passarci giornate intere 🙂 Grazie Bea, buona giornata.

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  5. Che figata il quartiere hippy, sembra proprio un posto adatto a me 😛 Basta, ora vado su Skyscanner a controllare i prossimi voli per San Francisco, mi è salita la famosa “scimmia” 🙂 Ciao cara!

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  6. Complimenti per le foto, sono veramente splendide. Ora, non so se hai presente in quale pertugio mentale tu mi abbia fatto entrare. Io ad Ashbury-Haight, NON sono stata ed ora MI ODIO! Profondamente! Io una volta ho assistito ad una partita di WNBA e mi ricordo che rimasi sconvolta dal clima di gioia e festa che si respirava, posso solo immaginare cosa debba essere assistere ad una partita di football, un sogno!

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    1. Grazie Marghe! Mi è piaciuto moltissimo quel quartiere! Sembra essersi fermato nel tempo 🙂 Eh, piacerebbe anche a me assistere a una partita di football…Appena Sami crescerà sarà la prima cosa che faremo una volta messo di nuovo piede in America 😉 Grazie, un bacio!

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