#UnViaggioMaiFatto: quella volta che dovevo andare a Dublino

Avrebbe dovuto essere un viaggio epico, di quelli che non si dimenticano facilmente. Gli aneddoti si sarebbero sprecati e i posteri ne avrebbero parlato per anni. Invece, un freddo e spietato avviso di una ancor più fredda e spietata hostess di Ryanair ha mandato in fumo i nostri sogni una volta arrivati al gate.

“Vi informiamo che il volo per Dublino è stato cancellato causa nebbia. Ci scusiamo per il disagio”.

Disagio” non si adatta bene alla sensazione provata in quel momento. Un importante giramento di palle, ecco, questa forse è l’espressione che più ci si avvicina!

Era tutto pronto: biglietti, bagagli, alloggio, poi sul posto avremmo deciso di volta in volta in quale bar andare a ubriacarci, cioè, volevo dire, cosa andare a vedere anche se, a grandi linee, un’idea ce l’eravamo già fatta.

Questa storia triste del viaggio mai fatto è successa a me, Valerio, all’epoca (era il 2006) gggiovane studente universitario in procinto di partire, in seguito ad una fortunata congiunzione astrale, per un weekend ad alto tasso alcolico, in perfetto stile Una Notte da Leoni, con mio fratello e tre amici di vecchia data, uno di questi in partenza da Milano.

Lo specifico perché, alla fine, pur non volendo, il nostro aneddoto divertente lo abbiamo avuto lo stesso. Sì, perché il volo da Roma venne cancellato, ma non quello del nostro amico da Milano, che infatti arrivò a destinazione ignaro di cosa fosse successo per poi ritrovarsi per ore da solo ad aspettarci. Noi, dopo l’ennesima birra per ingannare l’attesa e l’ennesimo souvenir in stile Festa di San Patrizio, ce lo siamo immaginato ubriaco come una cocuzza e verde dalla testa ai piedi, come un leprechaun di quasi due metri 😂

Come ci saremmo mossi a Dublino

Sicuramente a piedi tranne che per andare e tornare dall’aeroporto. Per quello avremmo dovuto prendete un autobus che mi pare passasse ogni 15-20 minuti. a

Dove avremmo dormito a Dublino

Avremmo dormito qui, all’Ellis Quay ApartHotel. Un signor appartamento in zona centrale, a 10 minuti a piedi dalla zona del Temple Bar, del Guinness Store, della Distilleria Jameson (l’ho detto che sarebbe stato un weekend ad alto tasso alcolico, vero?)

Dove avremmo mangiato a Dublino

Non abbiamo palati fini, probabilmente sarebbe stato d’obbligo un bell’hamburger all‘Hard Rock Cafè o una bella bistecca con una pinta di Guinness in uno dei tanti pub sparpagliati per la città, come il Porterhouse o l’Auld Dubliner, dove dopo cena fanno musica tradizionale dal vivo.  E non ci saremmo fatti mancare le chips all’aceto da accompagnare alla birra.

Cosa avremmo visto a Dublino

Non avevamo in mente un viaggio culturale, quindi a parte una visita alla Fabbrica della Guinness poco altro, era certo. Ovviamente avremmo bighellonato in giro per il centro, fatto un giro nella zona del Temple Bar, al parco di Saint Stephen’s, al Trinity College, lungo il fiume Liffey.

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Ho poi avuto modo di vedere Dublino e l’Irlanda qualche anno più tardi, nel 2009, durante un viaggio itinerante con Alessia, ma non vi nascondo che mi è rimasto il rammarico di non essere più riuscito a organizzare niente con gli amici di una vita.

A voi è mai successo?

Se avete storie di viaggi saltati da raccontare potete farlo usando il tag #UnViaggioMaiFatto. Da un’idea di Silvia del blog The Food Traveler

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Nato a Roma, ma cresciuto tra Washington D.C., Abu Dhabi e Boston, ho 40 anni e sono ingegnere informatico. In viaggio con Ale dal 2004, sul blog mi occupo della parte tecnica. Mi piacciono i viaggi fai da te organizzati al dettaglio, gli on the road circondati solo da natura e animali, le mappe e le cartine. Sogno di girare il mondo, ma con il cuore torno sempre in Sudafrica.

7 pensieri riguardo “#UnViaggioMaiFatto: quella volta che dovevo andare a Dublino

  1. Ciao Valerio! Innanzitutto grazie per aver partecipato al tag 🙂 Uno si augura sempre che non ce ne siano molte di queste storie da raccontare, però magari qualcuno può sempre utilizzare i consigli di questi viaggi pianificati e poi saltati.
    Non dovrei ridere ma non riesco a trattenermi al pensiero del vostro amico partito da Milano. Me lo immagino anche io da solo all’aeroporto, mentre aspetta di vedervi sbucare dalle porte scorrevoli. Ma il poveretto è comunque rimasto a Dublino per conto suo o è tornato a Milano quando ha capito che voi non sareste arrivati?
    Buona giornata 🙂

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  2. Alessia dì la verità che nel retrobottega della farmacia hai fatto una macumba antiNotteDaLeoni! 😛
    Anche io come Silvia sto ridendo ai danni dell’amico milanese…però che amiconi voi a non avvertirlo eh! 😀 😀
    E no, decisamente “disagio” è improprio hahahah! Almeno vi hanno risarciti di tutta la guinness mancata?

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  3. E qui la domanda nasce spontanea: ma il vostro amico, dopo essere atterrato a Dublino….se l’è “goduto” il weekend o è ritornato a casa con un trifoglio e la statuetta di Molly Malone? 😜

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  4. Poverino l’amico che si è ritrovato solo come un cane a Dublino senza sapere nulla…ahahaha però dai, magari alla fine se l’è goduto comunque il viaggio!
    Certo che rosicata quando i viaggi saltano così…mi fa davvero rabbia! Non riesco proprio a riderci su o a farmela passare nel giro di qualche giorno! ahahah

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  5. Eh vedo che la sorte del nostro amico lombardo ha suscitato l’attenzione dei più..

    Allora, in realtà è stato molto sfigato. Il problema è stato che i nostri voli erano praticamente in contemporanea. Quando da Roma abbiamo avuto sentore del fatto che ci potevano essere dei problemi, siamo rimasti in contatto telefonico fino a che lui ha iniziato a salire la scaletta dell’aereo su, fiduciosi del fatto che ce l’avremmo fatta anche noi.
    Purtroppo così non è stato: pochi minuti dopo la sua partenza il nostro volo è stato cancellato, il che ha portato alla seguente conversazione al suo arrivo a Dublino:
    (Io) “Lorè, ci hanno cancellato il volo”.
    (Lui) “Ah..quindi quando c’è il prossimo? A che ora arrivate?”
    (Io) “No Lorè, non hai capito, non ci sono altri voli oggi, non veniamo proprio.”
    (Lui) “Ah. XXXXX XXX.” (censurato per tenere il sito child-friendly)

    Resosi conto della sua situazione, visto il tempo a Dublino (pioggia fittissima), è arrivato in città, si è scolato un paio di birre credo dalle parti del Temple Bar, poi è tornato all’aeroporto dove ha passato la notte, ed è tornato a Milano il giorno dopo.
    Nel complesso quindi non una esperienza fantastica….

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  6. Sisi, Alessia è stata la “macumbatrice” ufficiale della situazione. A me girano le scatole quando salta un viaggio all’ultimo, non voglio pensare la sensazione di arrivare alle scalette e sentirsi dire: “Ah no scusate, ci siamo sbagliati, oggi non partiamo”! Comunque, vogliamo il vero racconto da parte del tuo amico sulle 48h in solitaria nella patria della guinness

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