A Zacinto una delle cose imperdibili da fare è andare a vedere le tartarughe marine, una specie protetta che ogni anno, da maggio a ottobre, sceglie proprio le spiagge a sud dell’isola, non a caso sotto la tutela del Parco Nazionale, per riprodursi e far schiudere le uova.
Per andare a vederle cerchiamo un tour che possa combinare una spesa contenuta e un po’ di divertimento per il bambino, così ci affidiamo alla compagnia Underwater Turtles Spotting, una barca a forma di yellow submarine, con scafo a vetri per poter vedere le bellezze sottomarine (speriamo che includano anche le testuggini), che parte all’ora che preferiamo dal vicino porto di Agios Sostis, una frazione della spiaggia di Laganas.
Il tour pagato da noi dura tre ore, ma volendo c’è anche quello da un’ora o da due. Tutti contenti ci facciamo trovare al porto intorno a mezzogiorno, ma ancora non sappiamo che la nostra giornata si trasformerà in breve da “serena” a livello “inferno”.
Ecco cinque motivi per evitare tour organizzati di massa come questo.
L’overbooking
La barca non può contenere una simile quantità di turisti ergo non fidatevi mai quando dicono “small boat”. Intendono che anche se è piccola la riempiranno fino allo sfinimento.
Ci ritroviamo ammassati in fila sotto un tendalino costruito alla meno peggio su un pezzo di banchina pericolante e pieno di ostacoli inutili (buche, gradini..). Sopra di noi un sole torrido, circondati dai soliti furbi che tagliano la coda e nessuno che ti spiega niente. A bordo i posti nel sottomarino vero, quello al piano di sotto per capirsi, belli freschi con tanto di aria condizionata, ma soprattutto con un pezzetto di vista sul fondo del mare, sono una spicciolata, e ovviamente i soliti furbi di cui sopra se li sono subito accaparrati e non schioderanno neanche quando il capitano chiederà a un certo punto della crociera di fare un cambio posto con i poveretti che sono rimasti al piano di sopra, con pochissima ombra, a cercare di allungare il collo (forse le tartarughe siamo noi?!) ai lati della barca per vedere questi fantomatici animali.
La testuggine, alla fine, la vediamo, al largo della Baia di Laganas, a poche miglia dal porto dal quale siamo partiti, 2 minuti di cammino. È bellissima.
Come viene trattato l’animale
La tartaruga mi ha fatto un po’ pena perché a un certo punto era accerchiata da almeno 4 tra barche, barchette e pedalò. È grande e bellissima con il suo guscio lucente, ma è sola e mi è sembrata proprio tanto indifesa. Oltretutto le barche grandi come quella sulla quale ci troviamo mandano spesso i motori al massimo per fare più rumore possibile in modo da stanarla, nel caso l’animale scegliesse di starsene per un po’ tranquillo sul fondo del mare. Perché nonostante questo macello la tartaruga resti in quella baia e non se ne vada altrove è un mistero. Ho persino malignato che per far soldi ce l’abbiano messa loro…
La noia
Restiamo un’ora fermi in quel punto di mare, un’ora in cui ci si annoia a puntino, in qualsiasi modo si voglia vedere la cosa. Ci si annoia se non becchi il lato dove succede qualcosa: se non c’è la tartaruga vedi solo una vasta distesa di sabbia a perdita d’occhio… Se la vedi invece, che fico, la fotografi…una,due, tre volte ma poi basta, mica devo farle un book! C’è gente invece che all’ennesima foto ancora corre da una parte e l’altra della barca come invasati, noncuranti degli altri passeggeri, anche se sono bambini. La verità è che dopo un’ora fermi a guardare lo stesso panorama quasi non te ne frega più niente di dove sia la tartaruga. Anzi, quasi le auguri di andarsene da quell’inferno.
La mala organizzazione
Dopo una lunghissima ora si torna al porto per far scendere quelli che hanno pagato per un’ora sola (purtroppo sono pochissimi), e a quel punto scatta la musica unz unz (niente intrattenimento musicale se hai pagato poco) e si prende il largo, destinazione Kerì Cave, altro must-see dell’isola.
Le grotte di Kerì sono delle cavità che si sono formate nella scogliera calcarea, pure detta falesia, e dalla quale si sono staccati dei faraglioni che qui chiamano Mitzitres.
Ora, non voglio fare la guastafeste a tutti i costi, ma essendo stata da poco a Capri a me questo scenario sembra bello, ma non spettacolare come quello che ho invece visto lì.
La barca si ferma in un punto dove il fondale arriva a 30 metri dice il capitano e se vogliamo possiamo fare un tuffo.
Ho visto cose che voi umani…
Ho visto gente accalcarsi per scendere per prima dalla passerella, tirare fuori pinne maschera e boccaglio per neanche 5 minuti di bagno (roba che non fai manco in tempo a sputare nella maschera che già devi risalire…)
Ho visto gente fare i tuffi di panza e bambini portati a forza a fare il bagno nonostante le lacrime e la paura e probabilmente il freddo solo perché i genitori hanno pagato per quell’esperienza e DEVONO fare quella esperienza, non potendo lasciare i pargoli incustoditi a bordo.
Forse sarebbe stato più semplice che uno dei due genitori rinunciasse a una cosa del genere o perlomeno che facesse i turni…Ma Arnold mi avrebbe risposto “Che ca**o stai dicendo Willis?”
Detto questo vi ho appena esposto il quinto problema.
Come abbiamo passato il tempo noi? Giù, al fresco, da soli, a mangiare i panini che ci hanno preparato in albergo, a guardare da sotto tutti questi sederoni pallidi nuotare.
Tempo di ripescare l’ennesimo tonno e partiamo alla volta di Marathonissi, ultima tappa della crociera.
Si tratta di una isoletta al largo del Golfo di Laganas che è tutta parco nazionale perché scelta dalle tartarughe per riprodursi. Questo si traduce in un recinto con tanto di guardiola (e mi pare giusto), ma un fazzoletto di sabbia su cui si riversano tutti i rental boat dell’isola, più le imbarcazioni private, più dei bar galleggianti ingombrantissimi che già sono ancorati in spiaggia da chissà che ora.
Ci fanno scendere qui per un bagno che non può durare più di 10 minuti ed è un contrasto notevole perché l’acqua è meravigliosa, la sabbia pare borotalco tanto è fine e bianca e impalpabile, ma ci facciamo il bagno tra una barca e l’altra, tra la cima di un’ancora e un’altra, stando attenti a non capitare sotto l’elica di qualche motore visto che la maggior parte delle barche in affitto qui vengono fatte guidare senza patente con la scusa che tanto “it’s easy“.
Tornando a bordo sembriamo dei profughi, stanchi, sudati, alcuni pure mezzo ustionati. E ho pensato che l’inferno, in fin dei conti, può avere tante facce, anche dove sembra un paradiso. Non vediamo l’ora di tornare in albergo. Non parteciperò più a questi tour di gruppo. Purtroppo se si vuole fare un’esperienza simile bisogna essere disposti a pagare un po’ di più per essere sicuri di portare con sè almeno un buon ricordo.
…O forse no?
(…alla prossima puntata!) 😉
Ti capisco! Mi è successa la stessa cosa in Puglia questa estate: giro in barca per vedere le grotte del Gargano…un incubo! Barcone stra-carico di turisti, prezzo del biglietto elevato, spazio per sedersi praticamente inesistente (se non “in braccio” al compagno di panca, tutti sudati per i 40 gradi del sole di mezzogiorno) e 10 minuti di bagno in una spiaggia potenzialmente splendida ma affollata da centinaia di persone e decine di barche.
Probabilmente sarò viziata…ma quando è possibile preferisco pagare di più e godermi la pace, la tranquillità e le bellezze del posto in totale solitudine. Come l’anno scorso in Marocco, dove a fine settembre e grazie alla super organizzazione dell’agenzia a cui ci siamo appoggiati, anche la super turistica cammellata nel deserto è stata meravigliosa: eravamo solo io e il mio fidanzato e qualche duna più in là un piccolo gruppo di amici!
A volte sono proprio i turisti a rovinare le vacanze!
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Ho capito a quali tour nel Gargano ti riferisci. Ci ho passato tantissime estati in quella parte di Puglia e quei barconi sono sempre stati un guaio… A Zacinto abbiamo trovato un altro tour in barca, davvero piccola stavolta, massimo 20 persone, che per la metà dei soldi richiesti da questo ci ha fatto fare un giro strepitoso della costa tra Porto Vromi e la spiaggia del Navagio, facendoci scoprire anche calette che sono state una vera chicca della vacanza. A volte è solo fortuna, altre volte dipende dai turisti con i quali capiti, hai ragione…Grazie per essere passata!! Ciao!!!
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hahahahaahh che scene che ho immaginato! 😛 Qua a Napoli fanno una cosa uguale ma invece delle tartarughe (ma povere!!) ti portano a vedere un sito archeologico sommerso. Volevo farla come esperienza però le tue parole mi hanno scoraggiata…effettivamente non avevo pensato all’aspetto “posti a sedere” e “posti da sfigati”. Comunque le tue riflessioni sulla tartaruga mi hanno assai impressionata, sembra davvero disorientata e spaventata. La cosa del rumore dei motori è orribile: mi hanno sempre detto che anche solo colpire la boccia di vetro del pesce rosso con le nocche o con l’indice possa provocare brutti traumi al Nemo di turno. Che strazio! 😦
E sei riuscita a mangiare il panino con la vista dei sederoni? hahahah 😀
Ma quanto era bello Rutger Hauer?! 😉
A presto Alessia!
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Ah sì, quando c’è da mangiare non c’è sederone che tenga…ahahah!!!
Che fico deve essere il sito archeologico sommerso! No, ti prego, fallo e parlane sul blog, che queste cose mi affascinano da morire! Ci si rimbambisce al mare, d’estate, in costume, con la musica unz unz…vedrai che per il tuo tour avrà tutt’altra tipologia di gggente.
La tartaruga mi ha fatto proprio tanta pena…se dovessi tornare affitterei un pedalò..non solo risparmierei ma soprattutto non mi sentirei di importunarla…
Rutger Hauer era un fico su tutta la linea!! 😉
Ciao Dani, grazie!
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Oddio! Povere tartarughe, che pena, e poveragggente: come si riducono certe persone? A me ieri è successa una cosa simile a una manifestazione gastronomica: immagina il sole, il caldo e la folla ammassata addosso agli stand che vendevano formaggio – sai quante persone si avvicinavano e ti pestavano i piedi chiedendo di poter assaggiare quattro o cinque pezzi di formaggio senza poi comprarne nemmeno un pezzo? Molto probabilmente è la stessa tipologia che vi siete ritrovati in barca…
Buona serata 😘
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E’ molto probabile Silvia…la peggio ggente da tutte le parti del mondo su un’unica barca…L’inferno in terra…
Stavolta però devo spezzare una lancia in favore degli italiani. Nel tour bello bello in barca che abbiamo fatto per andare a vedere la Spiaggia del Relitto, quello della prossima puntata, in pratica, siamo capitati con solo connazionali a bordo e sono stati uno più carino ed educato dell’altro. Hai capito che smacco? 😉
Grazie Silvia, buona giornata!!!
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Ahah Ale me fai taja’. Immagino già laggente che si butta in mare “perché hanno pagato”, da brividi davvero. Purtroppo in estate i turisti maleducati sembrano essere ovunque, ne ho visti parecchi anche in Salento! Ti capisco, anche a me non piacciono molto le attività con animali, adoro vederli “liberi” nel loro habitat ma ho sempre paura di disturbarli o fare qualcosa di sbagliato/nocivo. Purtroppo è un bel dilemma!
Un abbraccio!
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Fosse stato un acquario o un parco acquatico probabilmente non saremmo andati, ma essendo la tartaruga nel suo habitat ci siamo fidati. Invece niente, devono riuscire a rovinare anche una cosa così semplice e bella per fare soldi. Laggente non se regge Giuliè, c’è sta poco da fa! 😂😂😂
Un abbraccione
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