Lo sapevo. A mesi dall’ultimo viaggio vengo di nuovo colta da Sindrome di Wanderlust e mi ritrovo a pensare non tanto alle località che vorrei vedere, piuttosto alle destinazioni del passato dove mi piacerebbe tornare.
La Normandia è uno di quei viaggi che andrebbero fatti almeno una volta nella vita, e non solo per la ricchissima storia che ci riguarda tutti da vicino e che è inevitabilmente passata anche da qui.
La Normandia è fascino allo stato puro.
Candide scogliere a incorniciare spiagge lunatiche martoriate (anche) dalle maree, minuscoli borghi di pescatori dalle atmosfere bohémien alternati ad altri, dove l’eleganza non è mai passata di moda.In preda ad una nostalgia struggente ho tirato fuori le vecchie foto di quel viaggio on the road di sei anni fa che aveva compreso, oltre alla Normandia, anche alcune tappe in Bretagna e nella Valle della Loira.
Mi piacerebbe ripercorrere con voi i punti più interessanti almeno della prima parte di quel viaggio, tappe che secondo me non dovrebbero mancare in un road trip nel nord della Francia.
Alta Normandia: le magnifiche 4 della Costa d’Alabastro
Saint-Valery-en-Caux
In Alta Normandia, a una trentina di chilometri dal nostro primo alloggio, una stanza umida decorata con palme e ananassi tropicali ricavata nella casa di un vecchio francese scorbutico e borbottone, sorge questo piccolo borgo di pescatori.
Il villaggio è stato ricostruito quasi del tutto dopo i bombardamenti e l’occupazione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Ancora oggi il porto è una delle sue zone più vivaci, tra banchi del pesce presi di mira da ghiotti e giganteschi gabbiani.
Dieppe
Io non ho ancora capito come si pronunci, se Deep come “profondo” in inglese, o Diepp alla francese (che non parlo), ma vabbè…
Dieppe è una meravigliosa spiaggia di ghiaia incastonata tra le falesie chiare, tra stabilimenti balneari dall’aria retrò e un porto piccolino dove potersi fermare a mangiare un boccone in qualche brasserie con affaccio sul mare.
Le migliori ostriche della mia vita.
Fécamp
È un’altra delle cittadine che compongono la così detta Costa d’Alabastro, un centro vacanziero rinomato che affaccia direttamente sul Canale della Manica. La passeggiata lungo mare sembra un naturale proseguimento del molo, dove la gente del posto ancora va a pescare all’ombra di un faro rosso fuoco.
Étretat
La saga sul ladro gentiluomo Arsenio Lupin è ambientata qui secondo la penna (o forse dovrei dire matita) del suo creatore Maurice LeBlanc.
Étretat è un villaggio famosissimo per le falesie che hanno assunto forme fantasiose e che possono essere agevolmente scalate per poter godere dall’alto di un panorama magnifico. Un po’ troppo affollato d’estate forse, ma se passate da qui io un salto non me lo farei mancare. Foto suggestive con la bassa marea, quando escono fuori gli scogli ammantati di verde muschio che a me sembrano cicatrici altrimenti sommerse.
Bassa Normandia: l’eleganza di Honfleur
Attraversando il Pont de Normandie da Le Havre scenderete verso Honfleur, dove le spiagge di ghiaia cedono il posto a quelle di sabbia, dando vita a un susseguirsi di paesini dall’aria vacanziera.È stata proprio la comodità dell’arenile ad attirare in passato la nobiltà e a rendere Honfleur un centro di villeggiatura che dettava mode e che in certi casi faceva scandalo. Dalla seconda metà dell’Ottocento presero piede usanze come quella dei bagni a mare o del costume da bagno, soprattutto grazie alla Duchessa di Berry, all’avanguardia e pionieristica come poche.
Honfleur, con le sue case a graticcio e il suo porticciolo è elegantissima, caratteristica in comune con altri villaggi circostanti come Treville sur Mer, Luc sur Mer e, non ultima, Deauville sur Mer, con ancora oggi il vicino Casinò in stile Belle Epoque e le botteghe raffinate (una certa Coco Chanel aprì un negozio proprio a Dueville durante i primi anni del Novecento…).
Penisola di Cotentin: le Spiagge dello Sbarco
Arromanches-les-Bains
E’ uno di quei posti che ti entrano nel cuore, così, senza avviso.
Il villaggio è minuscolo e la gente che ci vive ancora lavora i campi.
Ad Arromanches-les-Bains non c’è un porto, e non potrà mai esserci. Il corso delle maree qui è talmente forte, strano e pericoloso, per certi versi, che non è stato possibile negli anni costruire delle banchine fisse. Il problema durante la guerra è stato superato creando un porto mobile, un insieme di passaggi pesantissimi che servivano a collegare la terraferma al largo per approvviggionare le truppe.
Oggi questi ponti, veri e propri residuati bellici, si vedono ancora a puntinare la superficie del mare e da lontano a me sono sembrati dapprincipio dei frangiflutti, quegli scogli artificiali che si vedono nei porti. Poi, avvicinandosi sempre di più, ci si rende conto che non è così.
L’alloggio che scegliamo per una sola notte è proprio di fronte l’unica spiaggia di Arromanches-les-Bains, dove questi colossi di ferro sembrano dei giganti malinconici, spiaggiati e ricoperti di muschio e alghe, scalati da bambini monelli in barba a qualsiasi avviso di Interdit!Siamo tornati la sera su quella spiaggia per provare a fotografarli al tramonto, ma non c’erano più, il mare se li era portati via, affogandoli di nuovo come una specie di supplizio senza fine.
Omaha Beach
Arriviamo ad Omaha Beach, nome in codice per la spiaggia di un piccolo villaggio che si chiama Vierville-sur-Mer, che manca poco alla chiusura del Memoriale dedicato ai soldati americani che persero la vita proprio qui.
Fu una battaglia sciagurata quella di Omaha, una spiaggia troppo facile da difendere e talmente ampia, aperta, da non offrire nessun tipo di riparo. Quando la vediamo dal promontorio è tutto silenzio e pace e fa impressione pensare che laggiù si siano spente le vite di circa 3000 soldati.Le croci bianche nel cimitero americano sono a perdita d’occhio, qualcuno aveva compiuto da poco i 18 anni, qualcuno, come il figlio di Roosevelt, ricevette una medaglia all’onore prima di cadere anche lui, come tutti gli altri.
Il Museo è unico, interessantissimo, e prima della chiusura abbiamo assistito al rito della bandiera da ammainare con cura e rispetto mentre suonava l’inno The Star-Spangled Banner. Toccante.
Juno Beach
Juno Beach è il nome in codice dato all’enorme spiaggia nei pressi di una cittadina chiamata Courseulles-sur-Mer, quasi divisa a metà da un profondo canale che permette l’ammaraggio dei pescherecci. Con la bassa marea il canale è in secca, e l’odore che ne proviene è quasi nauseabondo, ma facciamo ugualmente una passeggiata lungo il pontile, tra carri armati ripescati interi dal mare e mitragliatrici tedesche che ancora portano vecchi fori di guerra.
Oltrepassiamo il ponte e costeggiando un piccolo allevamento di ostriche entriamo in spiaggia, dalla sabbia fine. Sembra impossibile che in questo tranquillo angolo di Francia siano morti migliaia di ragazzi. Una croce laggiù testimonia il dramma e per aver un’idea un po’ più precisa di cosa è accaduto hanno costruito un Memoriale di Guerra, questa volta dedicato ai soldati canadesi, alle nostre spalle.C’è una foto scurita dal tempo legata a un palo, sotto i versi di Verlaine, di un giovane soldato in divisa, dei fiori finti rossi come il sangue sono legati stretti a lui, e noi non possiamo far altro che interrogarci su chi fosse e di come trascorresse la sua vita prima di spegnersi lì, su quell’arenile. Entro in un bunker, talmente stretto e claustrofobico da domandarmi come diavolo abbiano fatto ad appostarsi qui, magari per giorni interi, immortalo altre armi e altri carri armati nonché i pesantissimi fermi piramidali che venivano usati per respingere l’armata nemica.
Utah Beach
Utah Beach è una spiaggia piccolina, situata tra Sainte-Marie-du-Mont e Saint-Martin-de- Varreville. Ha rappresentato un autentico successo nelle vicende della guerra, grazie al valore dei paracadutisti americani e all’effetto sorpresa degli insufficienti armamenti tedeschi.
Ci muoviamo verso un vicino villaggio di campagna passato alla storia per la sfortunata vicenda di un soldato americano, John Steele, che si incastrò con il suo paracadute su per lo sperone del campanile della chiesa locale, la Sainte-Mère-Église. Oggi a ricordarlo un manichino, ma l’episodio fece il giro del mondo, e le vicende del Soldier of Fortune vennero raccontate anche al cinema (avete visto Il Giorno più Lungo?).
Caen
Parlando di Memoriali non si può evitare di passare da qui. Costruito alla fine degli anni ’80, quello di Caen vuole essere un centro culturale internazionale per ricordare le vittime e la violenza della guerra, per ricostruire i fatti di quel 6 giugno 1944 attraverso filmati e oggetti, un museo della pace grazie a sculture e opere di artisti famosi come Carl Fredrik Reuterswärd. La sua colt con la canna attorcigliata potrebbe sembrare di aspetto quasi cartoonesco, ma rimane un simbolo così potente di amore che è stata inserita in altri luoghi chiave nel mondo come al Victoria&Alfred Waterfront di Cape Town o alla sede delle Nazioni Unite a New York.
A cavallo con la Bretagna: Mont Saint Michel
Dulcis in fundo, il Mont-Saint-Michel. Credo non abbia bisogno di presentazioni, anche perché ve ne abbiamo già abbondantemente parlato in un articolo nel quale abbiamo provato a darvi qualche dritta per cercare di dormire sull’isola e non di limitarvi a una visita toccata e fuga alla giapponese. Il Mont-Saint-Michel ha qualcosa di magico e restare da soli, di notte, a visitare l’abbazia scorgendo dai camminamenti di ronda più alti la marea che poco a poco sale amplificando il suo senso di isolamento totale è senza prezzo.
Siete mai stati in Normandia? Quali località avete inserito nel vostro viaggio? La vostra preferita?
Mi sarebbe piaciuto, ma non andrò mai.
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Posso chiederti perché?
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Motivi di salute non mi permettono di allontanarmi troppo. Una cosa precauzionale, potrebbe non succedere niente, ma se accadesse la situazione diverrebbe complicata.
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Mi dispiace che tu non stia bene, Elena. Spero non sia niente di grave e comunque che sia qualcosa di curabile facilmente. In bocca al lupo!!
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Grazie. È un problema cronico con cui convivo da più di vent’anni.
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Stavo per chiederti quale sia stata la molla, perché proprio la nostalgia da Normandia (che fa anche rima) piuttosto che di un altro OTR…poi ho visto le foto e ho avuto la risposta. Che fascino ragazzi! Non sapevo che Lupin fosse nato (graficamente) in Normandia e Honfleur è così fantasticamente vintage, bellissima! Inutile dirti che la parte finale del tuo post mi ha attratta terribilmente: adoro le storie, i musei e i memoriali della Grande Guerra! Comprendo il tuo stato d’animo durante la visita in quei luoghi, forse perché anagraficamente non siamo poi così lontane da quella generazione e da quei fatti. Fatti che abbiamo anche ascoltato “freschi” dai nostri nonni.
Comunque quei mezzi anfibi sono davvero colossali e il fatto che appaiano e scompaiano con le maree lo trovo incredibile!
Normandia portami via! 😛
PS: ci sono! Forse hai mangiato ostriche nei giorni scorsi? 😀 😀 😀
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La molla è scattata parlando con una nostra amica che ha fatto parte di questo giro la scorsa estate tralasciando Arromanches les Bains (la spiaggia con i mezzi anfibi che spariscono con le maree). Ho pensato fosse proprio un peccato perché è una delle tappe che ho preferito in assoluto, l’ho trovato semplicemente magico, e presa dalla nostalgia canaglia ho riaperto la cartella “Normandia” nel computer. Altro che ostriche… Ahahahah!
Magari… 😉
Grazie Orsa😚
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Ecco, ora mi è venuta voglia di Normandia, la sindrome di wanderlust non si placa davvero mai 😀 Honfleur davvero splendida, mentre i relitti bellici sono quasi struggenti. Mont-Saint-Michel, poi, è la vera chicca finale! Un abbraccio!
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Honfleur è proprio una chicca, fu la sorpresa (insieme ad Arromanches) di quel viaggio. Maledetta Sindrome… 🤣
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Questa è una meta che mi ha sempre affascinato; forse perché sono particolarmente attratto dagli eventi bellici che hanno interessato queste terre ed hanno fatto la storia della nostra Europa. Poi Mont-Saint-Michel è di una bellezza incontrastabile. Un giorno voglio raggiungerla in moto. Si, c’è la metterò tutta ❤️
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Te lo auguro davvero Falupe. A me questo viaggio ha arricchito tanto, storie umane dietro le vicende della guerra che è raro, se non impossibile, leggere sui libri a scuola. Il Mont Saint Michel poi è magico.. Se puoi cerca di alloggiare sull’isolotto… Non te ne pentirai😉
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Ci sono stata la prima volta anni fa con i miei genitori in camper. Abbiamo visto esatttamente gli stessi posti: alcuni li ricordo per la bellezza, come Etretat e Honfleur, altri per la storia. Rimasi molto colpita da Sainte-Mère-Eglise e dal cimitero americano perché sono posti dove ti rendi conto di quanto sia “facile” scatenare un conflitto.
Tra le cose più “frivole” ricordo invece i biscotti di un biscottificio poco lontano da Mont-Saint-Michel: delle bombe di burro e marmellata 😍
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Il ricordo che mi ha lasciato questo viaggio è fortissimo. Raramente ho rovato posti nel mondo in cui ci sia così tanto da vedere (e significativo), così tanta natura, ma anche atmosfera. Per non parlare del cibo. In fin dei conti siamo sempre in Francia 😉 Però, dannazione, quel biscottificio me lo sono proprio perso….;)
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Uh, Dieppe, che meraviglia. Mi hai fatto fare un viaggio nel tempo di almeno vent’anni, quando giravo tra Bretagna e Normandia con una vecchia Ford Fiesta rossa tutta scassata.
E poi il cibo. Io ricordo delle zuppe di pesce fantastiche. E, come dice Silvia, i biscottti. Talmente pieni di burro da essere un po’ salati.
Meraviglia!
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Sta cosa dei biscotti sta sfuggendo un po’ di mano… Dovrebbe essere vietato parlarne prima di una certa ora… Ahahahah!! Scherzo… 😉
Il pesce che ho mangiato in questa zona di Francia è stato tra i più buoni in assoluto . Poi io con la zuppa mi ci farei il bagno…
Grazie per la visita Marco🙏
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Ora ho voglia di andare in Normandia! E pensare che ce l’ho a due passi… Peccato solo che il lavoro e l’inverno mi scoraggino a fare un on the road del genere. Magari però una piccola tappa soltanto riesco a farla…
Intanto tengo il post d’occhio, super utile, grazie mille! 😉
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È vero Laura, da te è proprio a due passi! Posso solo immaginare il fascino di questi posti d’inverno, con il mare in burrasca e pochissima gente….😍 Io te l’ho detto, se ci ripensi fammi sapere😉
Grazie per la visita e il commento, buona serata!
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Molto interessante! Non li conoscevo questi luoghi e se devo dirla tutta mi piacerebbe visitarli! Ottimo articolo 😉
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Felice di averti incuriosito con il mio articolo 🙂 Grazie mille per essere passato e per aver commentato. Ciao Abdu!
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Vi dirò, io sono stata in bellissimi posti, anche ben più lontani della Normandia eppure… questo è uno dei viaggi che ricordo con maggior fascino. Ci tornerei altre mille volte…. ci sono così tanti luoghi che nei 17 giorni (divisi con la Loira e la Bretagna), nonostante tenessimo dei ritmi serratissimi, ne abbiamo lasciati indietro molti.
L’Europa è così bella….. unica per la sua storia, per i suoi paesaggi, per i suoi sapori… e la Normandia è unica in tutti questi tre campi…..
Un abbraccio,
Elena
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Io, se tornassi indietro, eviterei di fare il “viaggione” che comprende Normandia, Bretagna e Valle della Loira e penso mi soffermerei su una regione alla volta, per non tralasciare niente.
La Normandia è un posto magico che non può lasciare indifferenti, vuoi per i paesaggi, vuoi per la storia o per i sapori❤️ Ci tornerei ora…
Grazie per essere passata Elena e tanti auguri!!
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Hai ragione, anche io sceglierei uno dei tre posti…. Devo dire che la Normandia è quello che mi ha colpito di più e su cui avevo meno aspettative. La Bretagna, sulla quale invece avevo risposto quelle maggiori, mi ha un pochino deluso. La Loira è stata una sorpresa… Bellissimi i suoi castelli, ma ancora più bella la sua campagna, i piccoli villaggi all’ombra delle grandi residenze…. Stupenda davvero. Ah, farei fatica a scegliere…. Tanti auguri anche a te, cara Alessia… Un abbraccio..
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Ho lasciato il cuore nella Loira, il mio sogno sarebbe girarmela in bici, d’estate, in mezzo ai campi di girasole ❤️ La Bretagna è un ni, nel senso che abbiamo fatto tutto talmente di corsa che forse non l’ho capita… Dovrei andare a rivedere le vecchie foto o a leggermi i vecchi diari per fare un po’ di ordine nei miei ricordi😊
Un abbraccio a te😘
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Vedi? Anche per me la Bretagna è NI…forse proprio per questo dovremmo tornarci e darle un’altra possibilità?!? Mi sembra una buona scusa…. 😉
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Un’ottima idea! 😉👍
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La Francia la conosco pochissimo e sta cosa comincia a pesarmi, anche perché Pavel sembra non avere particolare interesse. Gli farò però leggere il tuo post e vedere le tue bellissime e al tempo stesso struggenti immagini dei luoghi della guerra, sono sicura che smuoverebbero il suo interesse. Mi sono sempre chiesta come fosse quell’area ma non sono mai andata a cercare informazioni. Ho imparato qualcosa oggi, grazie Alessia!
Un bacione, buona giornata!
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Se Pavel è un appassionato di storia di certo troverebbe pane per i suoi denti, ma anche la Normandia si presta bene a diversi tipi di viaggio perché c’è cultura, natura e paesaggi strepitosi e cibo delizioso. Ad oggi questo rimane uno degli on the road più ricchi e completi mai fatti. Te lo consiglio proprio Celeste!😊 Io intanto non posso che ringraziarti tanto tanto ❤️ Ti abbraccio!
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Bellissimo articolo e bellissime foto ! Mi avete fatto fare un salto nel tempo, quanto mi è piaciuta la Normandia, paesaggi stupendi, ottimo cibo e un retaggio storico molto importante
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Io credo che la Normandia sia tra i viaggi più completi che si possano fare… C’è davvero tutto… Incredibile posto💕
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Ciao,
sono Alessandro di Verona e sto valutando un on the road in Normandia tra maggio e giugno. Ho trovato questo tuo “vecchio” blog e se possibile vorrei chiederti di quanti giorni hai avuto bisogno per effettuare le 11 tappe che descrivi.
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Ciao Alessandro. Abbiamo fatto questo viaggio in una decina di giorni, ma francamente è stata un’ammazzata. Tornassi indietro credo dedicherei tempo o solo alla Normandia o solo alla Bretagna.
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Ciao Alessia, grazie per la tua risposta.
Sono d’accordo con te. Infatti abbiamo optato solo per la Normandia. Viaggiando ho imparato che è meglio qualcosa meno ed apprezzare di più quello che si riesce a vedere.
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Sono pienamente d’accordo con te. Buon viaggio e grazie per essere passato di qui😊
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