Matera è stata la destinazione “segreta” con la quale abbiamo concluso in bellezza il 2018.
Visitarla sotto le feste di Natale è stato un vero privilegio, per quella sensazione speciale di trovarsi in un presepe vivente, quasi un angolo di Gerusalemme nostrana, più unica che rara.
Matera sotto Natale risplende di luce propria, senza bisogno di luminarie troppo elaborate o di addobbi particolari. La sua è una bellezza composta e umile che però non si può non notare.
Devo essere sincera, prima della partenza mi sono documentata poco, forse perchè non volevo rovinarmi la sorpresa o forse per paura di qualche possibile delusione. E quindi ecco la mia prima “difficoltà”.
Cosa sono i Sassi di Matera?
Mai mi sarei aspettata di parlare di due quartieri storici dell’antico centro di Matera, il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, dove la gente un tempo abitava in case-grotta.
Ecco, secondo me tutte le visite a Matera dovrebbero cominciare dalle case-grotta, altrimenti si rischia di non afferrarne il significato.
Intendiamoci, non che basti un weekend o una visita veloce per capire la complessità di questa città e del suo territorio, abitato nelle murge fin dal Paleolitico, ma sicuramente può aiutare a farsi un’idea.
Matera: l’esperienza in casa grotta
Quando mi sono ritrovata nella casa-grotta di Vico Solitario (perchè di case museo ce ne sono più d’una, Casa Noha, di proprietà del FAI, l’altra vicino il Convicinio di Sant’Antonio che si chiama Casa Grotta di Casalnuovo) ho avuto difficoltà a capire di quale epoca si parlasse.
Siamo entrati in questa grotta dove trovavano posto un letto alto, un antico telaio, la ricostruzione di una stalla, una piccola cucina e qualche attrezzo per lavorare i campi appeso alle pareti. Sentire dalla guida che quella abitazione è stata abitata fino al 1956 da una famiglia di 7 persone più animali mi ha scioccato. Avevo immaginato un’epoca molto più remota e invece, mentre nel resto di Italia le automobili cominciavano a rappresentare uno status sociale di benessere economico, giù a Matera si usava ancora il carretto trainato dal mulo.
In quelle grotte-case le condizioni igienico sanitarie erano a dir poco precarie, non essendo provviste di rete fognaria, di elettricità o di acqua corrente e con una unica finestrella posta su in alto per far cambiare l’aria, di sicuro non sobria vista la promiscuità tra uomini, donne, bambini e animali da fattoria come le galline (che venivano fatte dormire sotto il letto per apportare calore), maiali e cavalli.
Il poco cibo disponibile veniva razionato in base all’età e al sesso dei figli (i maschi avevano precedenza assoluta), figli che morivano come mosche. La mortalità infantile intorno agli anni ’50 era di circa il 44% nella sola Matera rispetto all’11% del resto d’Italia.
Mi sono tornate in mente le vecchie lezioni di italiano a scuola sul Meridione con Cristo si è fermato a Eboli e Matera in particolare, spesso dipinta come la “Vergogna d’Italia”, ma credo di non aver mai afferrato l’espressione a pieno finchè non mi sono trovata in quella interessantissima casa museo.
Dalla riforma De Gasperi che prevedeva lo svuotamento dei Sassi con alloggi più idonei per la popolazione, costruiti nella parte nuova della città, Matera ne ha fatta di strada e credo che la sua rinascita sia qualcosa di straordinario.
Da Vergogna d’Italia a Patrimonio Unesco (del resto, Matera ha una storia di 8000 anni!! A chi avrebbero dovuto concedere questo titolo se non a lei?!), fino all’ambito premio di Capitale della Cultura 2019, Matera è un simbolo fortissimo di rivalsa sociale e aggirarmi con questa consapevolezza in più tra i suoi viottoli e le sue costruzioni tufacee, alcune ancora in restauro, altre adibite ad elegantissimi bed and breakfast e locali alla moda, non so, mi ha fatto sentire orgogliosamente italiana. Perchè il nostro Paese è pieno di storie di degrado e arretratezza sociali (basti pensare alla situazione del Parco degli Acquedotti a Roma negli anni ’70, senza andare a scavare troppo indietro nel tempo), ma è la dimostrazione che quando c’è il lavoro di tutti e soprattutto l’intervento delle istituzioni qualcosa di buono viene sempre fuori.
I♥Matera
A parte un post sul cibo e uno prettamente fotografico, non credo scriverò l’ennesimo articolo trito e ritrito su cosa ci sia di imperdibile da vedere, anche perchè a Matera è tutto imperdibile. Posso però raccontarvi cosa ci ha colpito in modo particolare.
Mi sono innamorata delle architetture di Matera, la sua forma, quasi un’omega, con la parte centrale più alta delimitata dal campanile del Duomo, che dalla Civita, la parte più antica dei Sassi, domina e quasi divide a metà i due rioni.
La bellezza di San Pietro Caveoso, una chiesa medievale costruita letteralmente su uno sperone di roccia a picco sul Parco della Murgia Materana da una parte e dall’altra il “Golgota” scelto da Mel Gibson in The Passion, ovvero la parte alta del Monterrone, dove è stata scavata una chiesa rupestre e quindi letteralmente nella roccia, quella di Santa Maria de Idris.
Mi è piaciuta l’abbondanza di laboratori artistici e genuinamente artigianali sparpagliati nei sali scendi tra i Sassi, dalla lavorazione del legno, a quella della creta, a quella della cartapesta.
Siamo capitati nel bel mezzo di una mostra su Dalì, “La Persitenza degli Opposti,” in programma fino al 30 novembre 2019, e tutto il centro storico era disseminato di sculture che riprendevano alcuni soggetti cari al grande artista spagnolo, quindi era facile imbattersi in uno dei suoi famosi orologi liquidi lungo Santa Maria delle Virtù, o uno dei suoi celebri elefanti con le zampe allungate presso Porta San Biagio.
Mi sono piaciute le Chiese Rupestri, capaci in pochi reduci affreschi di unire sacro e pagano in netto contrasto con il barocco delle Chiese più moderne nel Quartiere Piano, la parte più nuova, più ricca, quasi un angolo di Lecce con la sua pietra chiara, dalla rinomata Via Ridola, delimitata dal bellissimo belvedere di Piazzetta Pascoli e il sontuoso Palazzo Lanfranchi, che ospita il Museo di Arte Medievale e Moderna della Basilicata, fino a spingersi oltre il moderno corso per giungere nella Matera Sotterranea, quella del Palombaro Grande, antica cisterna idraulica della città.
Mi è poi piaciuto il cibo, e l’Aglianico, e il peperone crusco, ma questa è un’altra storia…
Nuovo e antico si mescolano, si sovrappongono, si amalgamano nella millenaria Matera, senza troppa difficoltà, e andando via non avrei potuto essere più d’accordo con il cartello che accompagna sempre i nostri viaggi in autostrada, ma che per una strana coincidenza sembro leggere solo oggi per la prima volta.
“Sei in un Paese Meraviglioso“.
E voi siete mai stati a Matera? Vi è piaciuta?
Ah il peperone crusco…il leggendario peperone crusco! 🙂 Anche noi lo facciamo con le patate ma credo che mangiare questo piatto della tradizione povera in Basilicata (regione sua di origine) sia tutt’altra cosa! Sono contenta che ti sia piaciuta questa breve fuga, hai detto bene hai goduto di un bel privilegio vedendo Matera sotto la luce delle feste! Anche perché d’estate, con il caldo senza riparo e con tutti quei su e giù la cosa sarebbe stata decisamente tosta 😛
Non ti so dire se Casa Grotta mi abbia fatto più un’impressione brutta o bella. Quando ci ripenso e riguardo le mie foto alterno momenti di “positivismo” (stile ma si in fondo erano più felici) a pensieri angoscianti legati alle stesse tue riflessioni su condizioni igieniche, mortalità ecc. Eppure ci vivevano. Eppure avrebbero continuato a campare e a “fare famiglia” (sopravvivere) lì dentro se non fosse stato per quella riforma. Non ti nascondo che mi fa un pochino strano vedere in quelle stesse grotte resort di lusso, b&b e ristorantini di design. Ma forse parlo così perché la mia non è stata un’esperienza positiva a Matera hahhahah 😉 Sai che proprio oggi sentivo di un’iniziativa, una sorta di Passaporto con 5 “cose da fare” tra cui interagire con un abitante del luogo e portare qualcosa della propria cultura o roba del genere? Mi sembra un’idea carina!
Ti auguro un 2019 grandioso Alessia, sia a livello personale, familiare che di viaggi ovviamente! :****
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Sai Orsa che neanche per un attimo ho pensato che vivere in casa grotta fosse una cosa positiva? Sarà che sono andata in visita con il bambino e mi sono facilmente immedesimata nella situazione, immaginando il puzzo, la sporcizia, le malattie. Senza parlare necessariamente dei bambini però, anche le condizioni delle donne erano miserabili, lasciate morire di fame, incapaci di provvedere a sè stesse e ai più piccoli per il latte materno che scarseggiava, per esempio… Non nego che lo shock culturale non sia stato enorme e probabilmente insostenibile per quelle famiglie di contadini, strappate dalle grotte e spostate negli appartamenti, però è anche vero che per risanare da qualche parte bisognava pur iniziare…
Mi ricordavo che la tua esperienza a Matera non era stata positiva, ma credo che andrò a rileggermi quel passo sul tuo bog perchè, a parte il viaggio della speranza in pullman (se non sbaglio), mi viene in mente poco altro.
Ho assaggiato il peperone crusco persino in versione snack, croccante da portare a spasso, ed è stato subito amore…ahahah!
Ma in generale tutta la cucina locale ha fatto breccia…;)
Ti auguro un 2019 sereno e pieno di soddisfazioni Orsa bella! Grazie e un bacione!!
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Beh detta così cambia radicalmente! Non ci hanno parlato all’epoca della disastrosa condizione delle donne anzi, ci hanno dipinto la vita nei sassi quasi con “romanticismo” passami il termine. No Alessia non ne ho mai parlato nello specifico di Matera sul blog proprio perché l’avrei fatto con “acidità” 😛
Ha fatto breccia eh! Ora devi provare quella cilentana 😉
Di nuovo un grande bacio e un mega augurio per un 2019 ricco di tutto! 😉
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No, credimi Orsa, di romantico c’era ben poco 😀 Un abbraccio gigante e tanti auguri di buon anno!!!
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Si Alessia, qualche anno fa. Mi è piaciuta molto, una luogo unico al mondo. Cosa mi è piaciuto? I sassi, le chiese, l’artigianato e la cucina… praticamente tutto. Tra i prodotti alimentari, oltre ai peperoni, le mozzarelle; tra l’artigianato i fischietti (i cuccú) e i timbri del pane 🤗
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Anch’io ho comprato un cuccù tutto dipinto a mano tanto mi sono innamorata della loro storia e poi sì, la cucina, le architetture…Matera è unica!
Ti faccio tanti auguri di buon anno Falupe, nel caso non ci si sentisse prima 🙂 Ciao!!
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Grazie Alessia 🍾
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Non ci sono mai stata ma ho visitato uno splendido paesino spagnolo che la ricorda un po’, Setenil de las Bodegas
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Non lo conosco…In quale zona della Spagna si trova?
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Andalusia, vicino a Cadice!
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Purtroppo l’Andalusia per noi è ancora un enooorme buco nero… Però mi hai incuriosito, mi vado a cercare qualche immagine su Google per sognare un po’ 😉
ps: buon anno se non ci sentiamo prima!!
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Siiii, merita davvero! Come tutta l’Andalusia, girata in auto in primavera! PS. Grazie mille, ricambio l’augurio, buona fine e buon principio!! 😚
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Non ci sono mai stata, purtroppo. Un cugino di una mia cugina (sembra una canzone di Elio) si è trasferito da Cuneo a un paese vicino a Matera, e mi ha raccontato la storia dei Sassi. Anche io, come te, pensavo che si riferisse a un’epoca lontana, o comunque precedente alla Prima Guerra Mondiale. Invece è stato uno shock scoprire che in fondo si tratta di un periodo molto vicino. Faccio fatica a immaginare le condizioni terribili in cui erano costretti a vivere, e anche, come dici tu, il trauma a cui sono state sottoposte quelle stesse famiglie quando sono state trasferite in un appartamento.
Parlando invece di cose allegre: ma cos’è il peperone crusco? Ora sono curiosa di saperne di più 🙂
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“Mio cugggino, mio cugggino…” Ahahah! Adesso la canterò tutto il giorno! 😀
Scherzi a parte, Matera merita tantissimo e oltre alla sua oggettiva bellezza stupisce soprattutto la sua storia, davvero una specie di Cenerentola nostrana.
La cucina lucana è povera e quindi per me buonissima e il peperone crusco per tanto tempo ha rappresentato l’unica fonte di approvviggionamento per le famiglie contadine. E’ un peperone essiccato e fritto, si chiama crusco perchè la consistenza deve essere croccante. Lo mettono un po’ ovunque tipo pan grattato o nelle zuppe… Sfizioso da morire…slurp!
Buona fine e buon principio Silvia! ♥
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Non ci sono mai stata, infatti proprio in questi giorni stavamo cercando un volo per andare verso fine Aprile. Ovviamente la sua bellezza penso sia innegabile e come hai detto tu forse il Natale potrebbe donarle anche quel qualcosina in più e renderla ancor più bella se possibile; però credo a livello di sensazioni sia una città mooolto complessa e difficile da digerire. Erano gli anni ’50 e l’Italia stava cambiando passo, quasi ovunque, appunto: il vero presepe ce lo avevamo in casa, bue ed asinello a scaldare il bambinello sperando che questo non ci lasciasse le penne. Comunque sono felice che siate stati bene e che siate riusciti a ritagliarvi un ultimo viaggio a sorpresa per questo fine anno. Un bacione a presto
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Hai detto proprio bene, il presepe ce lo avevano in casa, ma in una terra senza dio (che paradosso, non trovi?)… D’altronde Cristo si era fermato a Eboli, no?😉 Metafore religiose a parte, Matera è molto complessa, come città territorio, come storia… Ma è di una bellezza struggente e sono sicura ti piacerebbe… Aprile poi dovrebbe essere ancora un buon momento per visitarla (mi dicono faccia molto caldo d’estate). Ti mando un mega augurio di buon anno Marghe, grazie 😘
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Matera è fantastica
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Sono assolutamente d’accordo con te! 🙂
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Io ho amato Matera in ogni suo scorcio.
Scoprire le case grotte, il sotterraneo e le chiese… È stato un viaggio alla scoperta della storia di una gente che fino s poco tempo fa viveva senza condizioni di salute.
È pazzesco!
Io ci sono stata per due volte, sempre d’estate e devo dire che ho goduto davvero tanto…. Tramonti indimenticabili!
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Matera è poesia, a noi durante le feste di natale ha fatto proprio un effetto strepitoso. Vorrei tornarci in estate e magari soggiornare proprio in un sasso… Deve essere una esperienza 😉
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