Difficilissimo parlare di Pechino. È una città talmente grande, sfuggente e complessa che pensare di riuscire a girarla tutta, figuriamoci a capirla!, nel tempo di una sola settimana è pura utopia.
Molti ci hanno chiesto perché proprio Pechino. La verità è che è stata Pechino a scegliere noi.
Ci siamo trovati in Cina per un viaggio di lavoro di Valerio che è, guarda caso, capitato qualche settimana dopo il mio quarantesimo compleanno, una data importante che avremmo senz’altro festeggiato con un viaggio (ormai è quasi una tradizione… L’anno scorso, ad esempio, capitammo a Monterey…), ma mai ci sarebbe venuta in mente la Cina. Non perché non ci piacesse l’idea, ma perché l’abbiamo sempre vista come irraggiungibile, immensa, forse addirittura fin troppo dispersiva.
Ma è anche vero che da qualche parte bisogna pur cominciare, anche per conoscere un continente 😉
L’avevamo un po’ sottovalutata Pechino.
Pensavamo che sette giorni sarebbero stati troppi da dedicarle e invece, con tutto quello che c’è da vedere, diciamo che una settimana calza precisa senza fare le cose di corsa.
A Pechino abbiamo trovato di tutto. Smog, folla, puzza, ma anche tanta modernità, ordine, rigore, cultura, un’umanità straordinaria, paesaggi meravigliosi e una cucina interessante. E un tempo splendido❤️
Per dirla semplice, Pechino è proprio tanta roba!!
Non scriveremo articoli su tutto quello che c’è da sapere prima di partire come documenti, visto (solo se starete in Cina per più di sei giorni, altrimenti non occorre), valuta, vpn per utilizzare internet…
Per queste informazioni vi rimandiamo a questo articolo di Martina del blog Travel and Marvel, davvero ben fatto e che a noi è stato utilissimo. Ringrazio Martina anche per aver sopportato il mio stalking in fase di preparazione al viaggio, per i suoi millemila consigli e per la sua pazienza 🙂
Ma allora, se non partiamo dalle cose pratiche, come iniziare a parlare di una megalopoli come Pechino? Più che le cose da vedere, pensavamo di farlo cominciando dalle esperienze che si possono fare a Pechino, in certi casi uniche e che per noi europei, spesso, possono rappresentare veri shock culturali.
Queste sono le esperienze che ci sono piaciute di più, molte delle quali meriteranno degli articoli a parte.
Osservare i cinesi
Eravamo un po’ prevenuti sul popolo cinese, lo ammetto. Di certo non parliamo di campioni di galateo: mai visto sputare, espettorare, digerire, masticare rumorosamente in pubblico come in questi sette giorni, ma qualcuno di loro con noi è stato carino dandoci il benvenuto in una lingua che proprio non gli appartiene (“Welcome to China”) o ammiccando compiaciuti quando noi stranieri accettavamo di usare le bacchette al posto della forchetta.
Capiamo da subito due cose.
Nessuno parla inglese, appunto, neanche in albergo, pochissimi tra receptionist e concierge, o i tassisti, tant’è che avevamo preso l’abitudine di mostrare l’indirizzo della nostra destinazione in cinese, e, due, la carta di credito non la accettano da nessuna parte (soprattutto i taxi, che comunque sono molto economici).
“Cash” o, meglio ancora, il gesto universale dell’indice e del pollice che si sfregano tra loro, sarà il mantra per questa settimana, e prenderemo l’abitudine di prelevare circa 1000 yuan ogni due-tre giorni, tanto per stare tranquilli (1€=circa 8 RMB) .
Scoglio linguistico a parte, quello che più ci è piaciuto fare a Pechino è stato osservare la gente.
La gente di Pechino che le domeniche approfitta del bel tempo per riversarsi sui prati dell’Olympic Park per qualche ora di aria buona o per partecipare a qualche gara sportiva (ne organizzano sempre qualcuna tra piccole maratone, tornei di rollerblade o di skateboard).

Quella che nei giorni di festa si mette in tiro indossando costumi tradizionali meravigliosamente confezionati. Ho trovato bellissimo andare alla Città Proibita o al Palazzo d’Estate e incontrare per caso splendide modelle che approfittavano di quelle atmosfere per un book fotografico unico.
La gente di Pechino mangia a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il cibo sembra un’ossessione per loro ed è impossibile non trovare qualcosa da mettere sotto i denti. Ci sono stand ovunque, per friggere al momento, per vendere pane in mille varianti diverse, mai viste così tante, e anche quando vanno a spasso hanno bisogno dello snack da passeggio, come gli spiedini di frutta caramellata. Persino mentre si aspetta che passi il treno la tv sulla banchina manderà programmi di cucina per alleviare l’attesa.
La gente di Pechino è credente e prega come non ci fosse un domani. È stato magnifico guardare i loro gesti precisi e attenti mentre accendono incensi o eseguono una riverenza nei templi di religione buddista come lo Yonghe Temple.
Ricco, con abiti griffati addosso, a fare shopping nel mall più lussuoso e avveniristico, o più modesto, nelle minuscole case degli hutong più antichi e confusionari, tutti i cinesi possiedono un cellulare e il loro rapporto con il telefonino meriterebbe un discorso a parte.
Tutti lo consultano, sempre, maniacalmente, anche quando dovrebbero fare attenzione a scendere o salire una scala in metropolitana, ad esempio, o a guidare.
Lo consultano non solo per cose “banali” come potrebbe essere telefonare o mandare un messaggio a qualcuno, no. Lo usano anche per pagare usando delle app chiamate WeChat e AliPay, ma non solo.
Il cellulare per i cinesi sembra un normale proseguimento del proprio corpo, uno strumento di svago attraverso il quale evadere da una realtà magari monotona e noiosa. E allora ecco chi si sente un impavido cavaliere e in metro si avventura in una rischiosa dungeon, chi guarda film o serie intere durante i lunghi percorsi sui mezzi pubblici, chi si gode balletti improbabili di finte infermiere con il camice troppo corto e seno e occhi troppo grandi per sembrare davvero donne orientali, gattini (che quelli ci stanno sempre bene).
Sapete perché adoravo prendere la metro a Pechino? Per immergermi in tutto questo, per osservare questo esercito bizzarro con indosso la mascherina anti germi e anti smog.
Prendere la metropolitana a Pechino
La metro di Pechino è pulita, sicura, economica ed organizzatissima. Non si possono portare armi o sostanze tossiche/velenose/infiammabili così verrete sottoposti a un security check ogni volta che vi appresterete a cominciare un viaggio.
Le fermate sono tutte scritte in doppio alfabeto, quindi non c’è possibilità di perdersi, solo bisogna impratichirsi con i loro nomi a volte lunghissimi e impronunciabili.
Non siamo riusciti a fare nessun abbonamento, più che altro perché nessuno capiva cosa stavamo chiedendo, così abbiamo sempre viaggiato con il single journey ticket. Per acquistarlo ci sono le macchinette. Vi basterà inserire la vostra fermata di arrivo e quella calcolerà immediatamente il percorso. Noi abbiamo fatto km in metro e non siamo mai arrivati a pagare più di 10 yuan per corsa. Una cosa da imparare presto è scegliere la giusta uscita della metro altrimenti sono km su km in più. Non sottovalutate Pechino. Se sulla mappa il pezzo da fare a piedi vi sembra irrisorio, magari state parlando di distanze da affrontare anche di 5 km. Del resto è una città con circa 22 milioni di abitanti (sette volte Roma…).
A parte la bellezza di certe stazioni, resterete folgorati dalle pubblicità che ogni tanto si vedono scorrere dai vostri finestrini durante la corsa del treno. Sono dei proiettori speciali che mandano immagini velocissime sulle pareti delle gallerie in metropolitana. Durano poco, ma sono di grande effetto, tant’è che avevamo letto, stavano pensando di esportarle anche altrove, in altre stazioni nel mondo.
Visitare gli hutong e passeggiare per le strade di Pechino di notte
Appena tramonta il sole Pechino si veste di luce artificiale che le dona in maniera particolare.
E’ prevista per i posti cardine della città, come i templi principali, le strade del centro, Piazza Tien’amen e la zona del Villaggio Olimpico, dove alloggiavamo, un parco costruito per la gente oltre ad aver ospitato i Giochi Olimpici Estivi nel 2008.
Questa zona se è bella di giorno, di notte diventa semplicemente magica!
Noi, quando siamo usciti dall’albergo e ci siamo trovati di fronte la scultura delle fiaccole olimpiche illuminate di giallo oro siamo rimasti senza parole per lo stupore, così come trovarsi il Bird’s Nest e l’Ice Cube, rispettivamente uno stadio calcistico e una piscina olimpionica. Quasi come trovare due alieni in piena metropoli.
Gli Hutong invece, un intrico di strette stradine che vanno a formare veri e propri quartieri antichi, a volte labirintici, abbiamo preferito vederli di giorno, anche se di domenica sera, in quelli più famosi, non è raro imbattersi in qualche spettacolo di strada estemporaneo, ma curato nei minimi dettagli, dai costumi, alle coreografie.
Di notte gli hutong non sono granchè illuminati, mentre in realtà il bello di questi posti è proprio sbirciare nella vita di tutti i giorni di chi li vive e li abita. Facendo attenzione a non venire investiti da un motorino elettrico o una bicicletta, entrambi silenziosissimi, è interessante guardare nelle minuscole case di queste persone. Da fuori sembrano ambienti angusti, molto bui, dove ogni angolo viene usato per accatastare roba che chissà se verrà mai davvero usata. I cinesi mi hanno ricordato delle formiche, forse un po’ spaventati da quello che il futuro può riservare, senza nessuna certezza e quindi per questo sempre fin troppo previdenti. C’è molto disordine negli hutong, non necessariamente sporcizia, ma è chiaro che la gente preferisca radunarsi fuori, in strada, che tra queste quattro mura. E così è facile trovare vecchi come gatti seduti al sole, massaie a pulire la verdura sulla porta di casa, gruppi di uomini intenti a giocare o semplicemente con il naso dentro al cellulare (tanto per cambiare).
Mangiare due specialità: l’anatra laccata alla pechinese e l’hot pot
La prima sera ci facciamo accompagnare da un taxi in zona Wangfujing. Avevamo letto che questa strada dedicata allo shopping è anche sede di uno dei mercati di street food più antichi della città, ma dopo molti giri scopriamo che, ahimè, per tutto il mese di ottobre sarà chiusa per lavori di ristrutturazione.
Ad ogni modo, troviamo un ristorante in zona specializzata nella preparazione dell’anatra laccata alla pechinese, una vera leccornia, un piatto da festa che riunisce tutta la famiglia intorno alla tavola rotonda (di quelli con la superficie girevole al centro) insieme a un quantitativo inverosimile di contorni.

Un’altra sera abbiamo provato l’hot pot. Si tratta di una specialità diffusa in Asia, ma pare sia di origine mongola e a Pechino piace molto.
Abbiamo trovato un ristorante che proponeva solo hot pot in una zona vivacissima in città, Sichacai, i cui locali e bancarelle si affacciano lungo le sponde del fiume.
In questo posto, per nulla turistico tant’è che tutto, insegna e menù erano solo in cinese, portano a tavola una pentola circolare di rame il cui bordo aperto è profondo abbastanza per contenere acqua, aromi e gli ingredienti che l’avventore sceglierà di bollire, se carne, pesce, tofu o verdura.
Provare la varietà della cucina cinese e lo street food
Più che veri e propri mercati del cibo a Pechino abbiamo trovato le strade del cibo, luoghi cioè deputati più di altri per cucinare e vendere il cibo popolare, quello cioè più economico, più veloce da consumare e in un certo senso anche più saziante.
Dopo aver trovato chiusa Wangfujing abbiamo trovato in Qianmen una delle strade del cibo per eccellenza, una antichissima via a ridosso di uno degli hutong più vecchi della città. E’ facile trovare qui locande dove poter assaggiare zuppe, anche vegetariane, i bao, pagnotelle cotte al vapore ripiene, i noodles in brodo o asciutti tipo la soba giapponese (ma calda).
Anche il quartiere di Sichacai ci ha dato grandi soddisfazioni perchè qui abbiamo trovato la Cina che ci aspettavamo, quella fatta di baraonda, chiasso, bancarelle che vendono insetti fritti allo spiedo più tutta una serie di fauna umana che sembra uscire serpeggiando solo con il favore delle tenebre… Non riesco a riassumere in poche righe quante cose diverse da mangiare si trovano per le strade di Pechino. Arriveranno altri articoli.
Passare una giornata in un mercato delle pulci cinese
Il sabato e la domenica sono giorni di mercato in molte culture e la Cina, che ha il commercio nel sangue, non poteva mancare all’appello. Siamo stati in moltissimi mercati nel mondo, ma quelli cinesi sono un’esperienza.
In particolare il Mercato delle Pulci di Panjayuan, di tradizione millenaria, il sabato e la domenica accoglie i mercanti da tutte le parti della Cina che si radunano là dalle 4:30 del mattino fino alle 16:30 (gli altri giorni è comunque aperto dalle 8:30 fino alle 16:30, ma con meno merce, ovviamente).
Per chi è appassionato di arte orientale, per chi se ne intende e, soprattutto, se siete bravi nell’arte della contrattazione, credo che qui si possano fare davvero dei buoni affari.
Noi purtroppo non ci capiamo niente, ma ho visto dei mobili artigianali splendidi e anche degli oggetti di giada meravigliosamente lavorati a mano.
Il mercato è diviso in sezioni. Oggettistica di vario tipo, anche religiosa, tele, disegni e dipinti, gioielli (o forse dovrei dire bigiotteria?) e poi i libri usati, in mezzo a tantissimi cimeli di propaganda comunista.
Interessante è il commercio che gira intorno a delle strane e grosse noci il cui guscio è solcato da profonde venature. Credo vengano usate come talismani portafortuna, ma ho visto persone che le fanno girare in una mano quasi come fosse un antistress.
Capannelli di gente accerchiano alcuni venditori che per dimostrare la validità del prodotto puliscono i gusci energicamente con una spazzolina speciale per poi aprire live il riccio in cui sono contenute.
La vera fortuna consiste nel trovare la noce gemella, quella che presenti la stessa forma chirale e con le stesse caratteristiche. Certi venditori hanno fatto il lavoro difficile e propongono coppie di noci predestinate già impacchettate i cui prezzi possono variare dai 100 yuan fino a raggiungere i 2000 yuan, a seconda della grandezza del frutto.
Hanno allestito in un angolo del mercato addirittura una lotteria per provare ad accaparrarsi le coppie di noci più costose. Per partecipare basta versare 100 yuan e girare una ruota colorata che mi ha ricordato tanto Mike Bongiorno. A seconda di dove ferma, l’ago stabilirà se il giocatore ha vinto e il valore della coppia di noci che si aggiudicherà. Non ho capito se si vince sempre o se può addirittura diventare un gioco di azzardo, ma non mi sono fidata abbastanza per provare a giocare, nonostante il monito all’ingresso del mercato che invita ad avere fiducia del prossimo per riuscire a compiere entrambi grandi affari.
Perdersi tra le diverse architetture di Pechino
Sia che amiate la Pechino antica o moderna, non potrete restare immuni al fascino dei contrasti che le varie stratificazioni della città hanno creato negli anni. Dalla Pechino del potere del Palazzo d’Estate, a quella del Regime di Piazza Tienan’men, dalla Beijing più sacra e ascetica dei magnifici siti UNESCO come il Tempio del Cielo, a quella moderna dei numerosi Distretti Finanziari che si trovano un po’ ovunque tra i quartieri. Il fatto è che essendo in un senso o nell’altro stili per lo più sconosciuti a noi europei, l’effetto wow è sempre garantito (almeno, per noi lo è stato).
Visitare il quartiere degli artisti
Si chiama 798 Art Zone ed è una zona remota nel nord est della città. Un tempo zona di fabbriche ormai abbandonate, tutta quest’area è stata completamente riqualificata e trasformata divenendo uno spazio di circa 640.000 mq per esprimere arte, in tutte le sue declinazioni. Sarà facile imbattersi in qualche installazione artistica particolare, gallerie, musei di arte contemporanea, street art. Siamo andati a dare un’occhiata una sera e ne siamo rimasti folgorati.
Camminare sulla Grande Muraglia
La Muraglia Cinese è una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico. Solo a sentirla nominare (mi) fa ancora tremare i polsi, per l’emozione e il senso di potere che suscita, quello esclusivo solo dei grandi imperi. Lunga più di 8000 km, attraversa ben cinque regioni in Cina e solo in quella di Beijing conta vari ingressi, più o meno distanti dalla città, che sono stati oggetto di studi approfonditi per mesi. Quale l’ingresso migliore? Quello più autentico e quindi meno restaurato? E quale il meno turistico? Domande come queste ci hanno fatto compagnia in fase prepartenza finché abbiamo scelto l’ingresso da Huanghuacheng, l’unica parte di Muraglia che affaccia sull’acqua, tant’è che una parte delle rovine sono ancora oggi sommerse. Anche in questo caso, abbiamo tante di quelle foto da mostrarvi che la Muraglia Cinese meriterà un discorso a parte.
Osservare il foliage a Pechino
E chi l’avrebbe mai detto che Pechino potesse essere perfetta per osservare il meglio che l’autunno può dare in termini di colori?
Io no, sinceramente. Ad esempio, non immaginavo che i boschi intorno alla Grande Muraglia fossero in realtà dei castagneti, anzi alcuni di questi erano sacri per l’imperatore e talmente prolifici di frutti che ancora oggi si organizza il Festival della Castagna.
Il foliage si gode in questo periodo dell’anno ovunque in città, non bisogna per forza allontanarsi dal centro. Tra i nostri posti preferiti per godere di questi straordinari colori (e atmosfere) ricordiamo La Città Proibita, il Parco di Jingshan e quello del Tempio del Cielo, nel Complesso del Palazzo d’Estate e lungo la splendida Sozhou Street, un villaggio completamente ricostruito sull’acqua dove l’imperatore amava andare a fare spese vestito da popolano.
Voi siete mai stati a Pechino? Cosa vi è piaciuto di più?
A presto (spero) con tutti gli altri articoli!
Meta interessantissima la Cina! Non sono mai stata ma vorrei andare da quando da bambina ero un’appassionata di Mulan..nonostante sappia bene che non e’ esattamente la stessa cosa! Mi avete convinto ragazzi comunque…sicuramente la Cina e’ sulla “ToGo” lista! 🙂
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Hai ragione, una meta stra interessante per quel poco di Cina che siamo riusciti a vedere 😉 Diciamo che questo primo assaggio ci è piaciuto molto, ma ci ha lasciato ancota taaaanta fame/curiosità di vedere il resto…. Chissa’, magari,poco per volta, quando il bambino crescerà…Grazie per la visita, buona serata! 🙂
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Alessia lo sapevo che ci avresti raccontato meraviglie! Le ho divorate le tue prime impressioni e se da un lato è innegabile l’utilità di certi articoli informativi dall’altro mi piace sempre di più leggere di una destinazione sotto forma di riflessioni da diario di viaggio. Se non esistessero i voli impiegheremmo il tempo in viaggio scrivendo taccuini e taccuini proprio come i viaggiatori dei secoli scorsi! Non la sapevo questa cosa dell’ossessione per la cucina dei cinesi…e a dirla tutta nemmeno che fossero così “scostumati” ma lo dico con simpatia 😉 Immagino le movenze dei cinesi intenti in preghiera come troppo ipnotizzanti! Così come ipnotici i particolari di quegli abiti tradizionali, che belli e che belle le cinesi che li indossavano! Ah il gesto universale di pollice e indice che si sfregano hahahaahh come lo fa mio padre nessuno, lo sfottiamo tutti in famiglia perché gli ridono gli occhi! 😛 Bellissime foto Alessia, buonanotte! ❤
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Se penso che davvero scrivevo tutto a mano quando ero ragazzina o i primi tempi che stavo già con Vale… Ah, che crampi alle mani… Ahahahah! Ma vuoi mettere il fascino? 😍
Orsa, grazie, anche solo per aver chiamato “meraviglie” quel minestrone di cose ho in testa e alle quali non riesco a dare un ordine. Perché Pechino ti manda in confusione sul serio, pure una volta tornata quando dici “e mó da dove comincio?” Spero davvero di riuscire a raccontare almeno la metà delle cose che abbiamo visto e che ho in testa 😉 Intanto ti mando un bacione, buona giornata 😘
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Un interessante articolo su una delle città che ho amato di più tra quelle visitate. A Pechino ho dormito all’interno di un hutong a due passi dal Lama Temple: l’esperienza è stata incredibimente suggestiva. Ho rinunciato alle comodità del grande albergo, ma porterò per sempre nel cuore l’accoglienza calorosa della gente del quartiere, la curiosità nei nostri confronti (in molti ci chiedevano di posare con loro per una foto ricordo…), il fascino senza tempo di una Pechino del tempo che fu che, pian piano, sotto i colpi selvaggi delle ruspe e della globalizzazione, sembra destinata a scomparire. Grazie per aver condiviso la tua esperienza di viaggio
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Grazie a te Giovanni per aver letto l’articolo e per aver condiviso nel commento la tua incredibile esperienza di viaggio!
Dormire in un hutong deve essere stato particolarissimo e quello nelle foto dovrebbero ritrarre proprio il tuo visto che sono state scattate vicino le Yonghe Temple. Abbiamo trovato tanta gentilezza e curiosità nei nostri confronti, già solo il fatto di riconoscerci come occidentali destava sorrisi e inchini di saluto. Pechino ci ha conquistato. Non sai quanto mi piacerebbe tornare presto in Cina🤩
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Oh, era ora che uscisse questo articolo. Sono settimane che metto like su Instagram ;o))
Post fantastico. Per molti anni non ho mai nemmeno preso in considerazione l’idea di visitare la Cina. Non che mi stiano antipatici i cinesi o altro, semplicemente ho sempre avuto altre priorità. Ultimamente però ci sto facendo ben più di un pensiero, nello specifico lo Yunnan e il Sichuan. Ma in ogni caso da Pechino si deve pur passare, quindi adesso so a chi chiedere. Hai vinto uno stalker! ;o)
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Pechino è meravigliosa e merita di sicuro il viaggio, però anche a me intriga moltissimo la regione di Sichuan. Spero davvero di tornare presto in Cina, mi è piaciuta proprio tanto! Grazie Marco, passa a stalkerare quando vuoi 😂
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Vi ho stalkerati su Instagram nei giorni scorsi e infatti non vedevo l’ora di leggere le tue prime impressioni, anche perché Pechino è una di quelle città da cui non saprei proprio cosa aspettarmi. E in effetti non avrei mai immaginato tanta bellezza, tutto quello street food, e così tante cose da vedere. Quel mercato delle pulci lo sognerò questa notte 😍
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Pechino è stata una sorpresa sai, anche noi non sapevamo cosa aspettarci. Poi ci siamo messi a camminare (ah, quanto si cammina a Pechino!) e abbiamo scoperto angoli e quartieri che non avevamo trovato neanche nelle guide, tipo Sichacai 😍 Grazie Silvia, alla prossima ❤️
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Le tue perplessità iniziali sono le mie. Ho preso diversi voli con scalo ad HK e devo confermare la loro poca educazione. Ma capisco anche che i nostri canoni sono diversi dai loro; ciò che per noi è poco consono per loro è normalità. Ma a parte questo mi piacerebbe visitare questo Paese e ammirare proprio i loro vestiti colorati ed armoniosi. Sulla questione telefonino devo dire che anche noi italiani ci stiamo “cinesizzando” 😉
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Gli italiani usano tanto, troppo, il cellulare, ma rispetto ai cinesi secondo me hanno ancora un approccio soft, conservatore, non tecnologico come loro… Ma ci arriveremo, è solo questione di tempo… Hai ragione, quello che è buona educazione per noi non lo è per loro. Ad esempio, a parte nei ristoranti un po’ più eleganti, è piuttosto difficile trovare i tovaglioli a tavola. In pratica non li usa nessuno. O i fazzoletti… Pechino merita tantissimo e, forse più in generale la Cina. Noi non vediamo l’ora di tornare, prima o poi 😉
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Mi ha molto affascitato seguirti su instragram in questo tuo viaggio. Mi aspettavo Pechino come una città ipermoderna, invece mi è sembrato che postassi molte foto di scene davvero tradizionali. Abiti in costume, giochi da tavolo, insomma è quello che mi aspettavo di vedere dal Giappone, non dalla Cina.
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C’è anche la Pechino moderna che ancora non ho postato, ma che ha grande fascino. Di questo viaggio mi è proprio piaciuto studiarmi la gente, come vivono, cosa mangiano, come si vestono… Un viaggio nel viaggio 😉 Grazie Bea, un bacio!
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“Non siamo riusciti a fare nessun abbonamento, più che altro perché nessuno capiva cosa stavamo chiedendo” ahah! Sto ridendo tantissimo 😀 Però questa barriera linguistica è anche la cosa che più mi trattiene dall’organizzare un viaggio fai da te in questo meraviglioso Paese. E se poi mi perdo??? 😀
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In metro le destinazioni sono in doppio alfabeto, quindi è impossibile perdersi. In taxi meglio portare l’indirizzo della destinazione in cinese. Il fai da te a Pechino si può fare. Se ce l’abbiamo fatta noi… 😂😂😂 Grazie mille per la tua visita🙏 Ciao!!
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Bello, bello, bello… hai scritto una cosa esagerata! Un misto tra consigli, riflessioni, spunti… bello. Sono rimasta a bocca aperta su tutto. Quel mercato delle pulci mi sta chiamando come fa la mi mamma, quando è pronto in tavola ed io non scendo.
Sappi che ho stampato tutto, tuttissimo…
sappi che sei ufficialmente la mia prima impressione sulla Cina, sappi che mi hai dato “l’imprinting”…
ed ora che “sappi” tutte ste cose, indovina chi andrà in Cina?
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“Sappi” che mi hai scritto una cosa bellissima e che ti ringrazio ma tantissimo proprio! Sappi che dare l’imprinting per un viaggio è molto più bello dell’abusato e scontato influencing…(che a me fa pure un po’ ridere in tempi di influenza come questi…). Sappi che se andrai in Cina sarò stra felice per te, ma anche un po’ invidiosa perchè è un viaggio meraviglioso che rifarei subito!! Sappi che ti abbraccio e…aiuto, non riesco a uscire da questo loop….ahahahah!!!
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Ma che bello il tuo reportage, mi è sembrato di passeggiare con te tra le strade di Pechino (credo anche… argh… di aver preso una bella spallata di un cinese intento nella sua serie tv mentre usciva dalla metro… ahah mi hanno ricordato molto i giapponesi!!!).
Non sono mai stata in Cina, stavo pianificando uno stopover per visitare la Grande Muraglia e la Città Proibita durante il mio viaggio in Thai che però è saltato… per prepararmi avevo letto “La porta proibita” di Terzani, mi è piaciuto molto anche se è la storia di una disillusione, Terzani si era trasferito in Cina da fan del maoismo e ne è uscito (a dire il vero cacciato) molto disilluso. Chissà quante di quelle case minuscole che hai visto sono i resti delle vecchie “case di cortile” sequestrate ad una famiglia benestante per assieparvi militari e altre famiglie, ai limiti della sopravvivenza…
Stupende poi le foto con i costumi tradizionali 🙂
un saluto
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Le foto dei costumi tradizionali sono diventate oggetto di scherno da parte dei miei amici perché a Pechino ne ho fatte talmente tante e le postavo in maniera talmente invasiva da prendermi in giro e dirmi “meno Ale, che meno”😂😂😂
Pechino è stato un viaggio strepitoso che mi sento molto fortunata di essere riuscita a fare prima di tutto questo macello sanitario. Se puoi organizza qualcosa di più di uno stopover, merita davvero ed è immensa😍
Grazie mille per la visita, buon weekend 😘
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Sono tutte splendide esperienze da fare, una settimana è spesso la metà di un viaggio.. purtroppo! Bisogna a volte tralasciare qualcosa o rimandare altre cose da fare per godersi meglio il viaggio
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La cosa bella è che ce la siamo proprio goduta Pechino perché siamo riusciti a fare tutto quello che ci eravamo prefissati in soli sette giorni e, con il senno di poi, in tempo prima che scoppiasse la pandemia. Una settimana è poca, ma con un po’ di organizzazione si può fare proprio tanto😊
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Ho amato Pechino da morire, e mi dispiace esserci stata solo pochi giorni, perchè ci sono tantissime cose da vedere e da scoprire. In particolare mi è piaciuto il Summer Palace e il Tempio del Cielo, per non parlare dei mercatini che sono fantastici!
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Pechino è una di quelle mete per noi partite in sordina, quelle destinazioni improvvise di lavoro dalle quali non sai cosa aspettarti nè se i giorni che hai a disposizione possano essere davvero sufficienti per cercare di vedere il più possibile. Forse anche per questo, e cioè oltre all’oggettiva bellezza della città, che Pechino mi è rimasta nel cuore, per l’effetto sorpresa inatteso 😉 Ci tornerei altre 100 volte!!
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Andare in Cina è uno dei miei sogni.. pensate che inizialmente avremmo voluto andarci nel 2019! Salvo il vostro post perchè i vostri consigli mi sembrano preziosi!
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Grazie Ilaria, gentilissima! E speriamo davvero il prossimo anno sia quello buono per coronare tutti i sogni di viaggio e non che abbiamo dovuto mettere nel cassetto per forza di cose…
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Bellissimo articolo e molto completo e bellissime foto che rendono molto l’idea! Ho vissuto in Cina 3 anni ma purtroppo a Pechino sono stata una sola volta per pochi giorni e, come dici tu, sono pochi! Infatti non ho visto molte delle cose che hai elencato e mi dispiace non aver approfondito. Sono passati 13 anni da allora e la troverei sicuramente molto cambiata dato che lì le cose cambiano anche solo in pochi mesi!
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Ti sei trovata bene a vivere in Cina? Eri nel Sichuan, sbaglio? E posso chiederti perchè sei tornata? Io farei carte false per poter tornare come turista in Cina, Pechino mi ha stregata, ma mi rendo conto che viverci è sicuramente un’altra cosa. Grazie per i complimenti Fede!
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