Pensieri in Quarantena: cosa ho imparato ad apprezzare ai tempi del COVID-19

Tra le mille cose che si sono dette sull’emergenza sanitaria da COVID-19, quella che di sicuro ho trovato da subito una colossale scemenza è l’opinione secondo la quale ci vorrebbe tutte persone migliori una volta finita la pandemia.

Tempo fa lessi un’intervista di Guccini dove, immaginando il tono brusco e inconfondibile dell’artista emiliano, sosteneva che l’uomo non impara mai dai propri errori, e che quindi, dopo un’esperienza devastante come quella che stiamo vivendo, non sarebbe di fatto cambiato un bel nulla, pronti a dimenticare il più in fretta possibile per ricominciare a vivere più in fretta ancora.

Sono d’accordo con lui (del resto, come si fa a non essere d’accordo con Guccini?), ma volendo smussare un po’ del suo pessimismo cosmico si potrebbe, non dico “migliorare”, ma forse provare a trarre qualche insegnamento da questo momento difficile e a modo suo unico.

E’ difficile, e molto, provare a vedere il bicchiere mezzo pieno, me ne rendo conto.

È difficile quando vedi i tuoi programmi di viaggio andare in fumo; quando ti ritrovi a fare il lavoro degli altri – quello dei medici, delle ASL, delle copisterie… – oltre il tuo da farmacista (che sarebbe già da manicomio da solo), e tutto per la stessa misera cifra; quando noti quanto stia cambiando tuo figlio, a cominciare dal suo vocabolario, dove parole come “mascherina” hanno assunto nuovi significati nefasti, ben lontani da quelli giocosi del Carnevale; quando il massimo della vita sociale è concedersi una partita a Trivial Pursuit in video chat con gli amici che vorresti tanto abbracciare.

E’ difficile – dicevo – ma non impossibile provare a trovare qualcosa di buono in questa quarantena forzata.

O forse dobbiamo semplicemente sforzarci di trovarne per trovare conforto e coraggio nell’attesa che “passi ‘a nuttata“.

Quando arriva la spesa a casa sembra una festa

Fortunatamente non ho mai vissuto in periodi di guerra, ma ascoltando i discorsi e gli aneddoti dei nonni mi sono fatta una vaga idea di quanta fame abbiano dovuto soffrire.

Non voglio assolutamente paragonare quei periodi alla nostra quarantena (anche se, devo ammettere, le file ai supermercati che si vedevano ai tg, quei carrelli colmi di cibo, specialmente agli inizi di marzo, mi ci hanno fatto pensare), però oggi posso quasi immaginare la loro gioia quando tra mille difficoltà riuscivano a portare a casa del cibo.

E’ una cosa alla quale non mi ero mai fermata a pensare, dando per scontato comodità come il supermercato sotto casa, o la voglia di un ingrediente particolare soddisfatta in poche battute.

Noi la spesa abbiamo trovato il modo di farla sempre online, per limitare il più possibile i contatti, ma non è sempre stato semplice.

Il cibo finiva presto, spesso veniva rimpiazzato da prodotti simili, ma non proprio uguali, alcuni articoli, come la carta igienica, erano introvabili, quindi finivamo ad aspettare anche settimane prima che il nostro carrello giungesse a destinazione.

Quello che non dimenticherò mai di questo periodo folle di quarantena sono la gioia e il sollievo che si provano quando arriva la spesa a casa, quello spacchettare tutto con quasi la trepidazione di un bambino che ha ricevuto il regalo di Natale.

Non mi fraintendete, non abbiamo passato un giorno senza mangiare. Sto parlando di sensazioni che prima forse davo solo troppo per scontate, sbagliando.

Ho riscoperto il lusso del tempo 

È vero, ho sempre lavorato, ma una volta tornata a casa e archiviati per il momento impegni come le merende dagli amichetti e la palestra, ho riscoperto il piacere di stare tra le mura domestiche cercando di impiegare il tempo in cose che non facevo più o che facevo troppo poco.

Ho ricominciato, per esempio, ad ascoltare i vinili.

Quante volte, se avevo voglia di ascoltare musica, accendevo Spotify: playlist preferita e via, tutto digitale. Ascoltare un vinile è un’altra cosa, e non parlo solo della qualità del suono.

Parlo del rito che accompagna il mettere su un vinile, la cura nello scegliere l’album che si vuole ascoltare a seconda dell’umore, la gestualità, quasi un rito, nel mettere su il disco mentre dai ancora un’occhiata alle tracce e poi quel “frr frr” inconfondibile della puntina sul disco che lentamente inizia a girare e comincia la magia. tumblr_mh3i8z6FWX1riiqm8o1_500

Un’altra attività che ho ripreso con piacere è la lettura. Da che leggevo alla media di un libro al mese, negli ultimi anni sono passata allo zero assoluto. Sto approfittando della quarantena per finire romanzi che avevo iniziato e stavano ancora fermi lì a giudicarmi dal comodino, e ne ho cominciati e finiti di nuovi, con la soddisfazione e a volte il vuoto che ogni buon libro terminato porta con sé.

Ho rivalutato gli spazi aperti di casa

Abbiamo la fortuna di avere un terrazzo e un giardino, ma mi vergogno a dire che prima della quarantena non me li filavo neanche un po’. Il terrazzo era da me concepito come spazio di stoccaggio per stendere il bucato e piazzare le lettiere dei gatti, il giardino una selva selvaggia dove mi era scomodo stare.

Forse dovrei dire grazie al COVID-19 se ho dedicato più tempo a questi spazi per nulla scontati e ho riscoperto il piacere di vivermeli come meritano. Non pensate che sia diventata la maga del pollice verde però, che non è vero! Per quello ci vorrebbe un miracolo!1Xa

Mi sto godendo (ancora di più) i miei mici

Chi ha la fortuna di avere animali domestici sa di cosa sto parlando. In generale, considero un privilegio passare del tempo con cani e gatti, ma il conforto che ho trovato nei miei mici in questo periodo di quarantena forzata, è stato qualcosa di prezioso al quale mi sono davvero aggrappata nei momenti più difficili.

A Roma si guida meglio

Forse come discorso valeva di più prima del 4 maggio, durante la fase 1, quando si doveva stare davvero tappati in casa, tuttavia anche ora che possiamo vedere i “congiunti” a Roma si guida che è una bellezza e certe mattine arrivare al lavoro in soli 10 minuti (piuttosto che i 20-30 canonici) mi commuove.

Giovanni-si-Commuove-Sentendo-la-Canzone-Luci-a-San-Siro-e-Recitando-la-Frase-Non-Ce-La-Faccio-Troppi-Ricordi

Enjoy the Silence

In queste sere mi piace sgattaiolare qualche minuto in balcone per godermi il silenzio del quartiere prima di andare a dormire. Una pace surreale, non una macchina a creare  traffico, solo l’abbaiare di un cane lontano e le luci accese dalle finestre intorno a noi.

Io non ho mai partecipato ai flash mob sui balconi, però credo che il senso di comunità che la pandemia ha generato, questo trovarsi tutti nella stessa barca e avere bisogno gli uni degli altri per provare a uscirne, sia una cosa unica e preziosa che dovremmo tenerci stretti e che dovremmo ricordare a lungo.

Voi cosa ne pensate? Ne usciremo migliorati da questa pandemia? Avete imparato a fare cose nuove?

Raccontami nei commenti 😉

NB: immagine copertina by Unsplash

Pubblicato da

Vivo a Roma, sono farmacista, ho 43 anni. Due figli, tre gatti, un pastore maremmano. In viaggio con Vale dal 2004, mi piace pensare che si possa viaggiare anche solo con un buon libro, un film, una canzone. Il blog nasce per il piacere di scrivere, immortalare e condividere le nostre esperienze di viaggio in giro per l'Italia e nel mondo. Sono una blogger atipica, molto poco social e non mi piace apparire in foto. Sogno il Sud America, ma poi con il cuore torno sempre a Parigi.

16 pensieri riguardo “Pensieri in Quarantena: cosa ho imparato ad apprezzare ai tempi del COVID-19

  1. Come ti capisco, ho avuto le tue stesse sensazioni in merito al “dopo” e a come sarà il mondo “dopo”. La storia ci insegna che l’uomo non trae insegnamento, scusa il gioco di parole. Tutto tornerà come prima e peggio di prima. Lo sto appurando proprio in questi giorni di fase2: la gente sembra essere saltata fuori dai tombini, anche chi prima non usciva, non correva, non faceva vita mondana, ecco che viene assalito dalla voglia di uscire e stare per strada. Se malauguratamente dovessimo ripiombare nell’emergenza, secondo me sarà difficile riacchiappare questa gente e costringerla a rintanarsi di nuovo, poveri noi!
    Anche io ho letto tantissimo in questi giorni e come te non ho partecipato (e in verità nemmeno apprezzato) le iniziative dai balconi. Trovo che uscire e suonare i coperchi delle pentole o alzare la radio a tutto volume sia stato indecoroso… soprattutto nel mentre di quello che accadeva nei cimiteri di Bergamo e Brescia.
    Vero, il conforto degli animali domestici è una cosa preziosissima che mi è mancata, come sai non ho più animali in casa ma almeno prima potevo beneficiare delle fusa della colonia sotto casa dei miei. Ecco quello mi è mancato veramente tanto! Enjoy the silence invece mi mancherà dopo… anzi già mi manca 😉
    Ti abbraccio forte Alessia!

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    1. Anche qui la gente sembra impazzita. Sono tornata a correre in un parco qui vicino e sono rimasta dalla quantità di persone, un muro umano con poche mascherine, tante bici, tanti bambini… Però non me la sento di biasimarli, questi mesi sono stati duri per tutti, quindi capisco la reazione da fine del proibizionismo. Ormai mi sono rassegnata all’idea che torneremo alla fase 1 a breve, non per portare secchia, ma perché credo sia inevitabile… 🙁
      Eppure io con un altro micio ti vedrei proprio bene…. Tra qualche mese partorisce la gatta di una nostra amica. Ti interessa un cucciolo? Vale è preoccupatissimo per un eventuale quarto gatto in casa, ahahahah! Detto tra noi, fa bene ad esserlo😉
      Ti abbraccio Orsa, buona giornata! 😘

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  2. Eccomi! ho trovato finalmente il tempo di commenatare. Come sai, anche io ho fatto una riflessione su questo periodo. Sinceramente quello che mi ha regalato questa pandemia è stato il tempo. Il tmepo di pensare a tante cose, il tempo di godermi di più mio marito, il tempo di capire che gli affetti non sono scontati. Speriamo di ricordarcelo dopo…

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  3. Sono d’accordo con te sul fatto che il lockdown non ci abbia reso di per sé persone migliori. Anzi, tra mascherine, code e tempi di attesa più lunghi trovo che le persone siano ancora più nervose e incattivite. Personalmente ho apprezzato di questo periodo il fatto di poter stare di più con mio marito: facendo il camionista sta molte ore fuori casa e non ha mai avuto così tanti giorni di ferie come in queste settimane. Ho potuto dedicarmi ai miei hobby e ho capito quali sono le persone (amici o conoscenti) a cui sono mancata veramente.

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    1. L’affetto delle persone care è stato come un balsamo rigenerante nei momenti più duri, è stato così anche per me. Sono inoltre d’accordo sul fatto che la quarantena ci abbia in qualche modo aiutati a far cernita, a scremare tra le vere amicizie e le semplici conoscenze. Queste, alla fine, sono le cose che resteranno❤️

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