Dopo tanta Slovenia varchiamo di nuovo il confine con l’Italia e torniamo in Friuli, in quel vasto e affascinante territorio montano chiamato Carnia. Cinta dalle Alpi Carniche e Giulie, con picchi che possono superare i 2000 metri, la Carnia è un susseguirsi di valli incantevoli e panorami aspri e selvaggi eppure da cartolina. Penso spesso agli aspetti che abbiamo preferito durante i nostri quattro giorni in questa zona e credo che, a prescindere dalla bellezza oggettiva dei panorami e della natura circostante, quello che davvero ha fatto breccia nei nostri cuori sia stato il suo essere verace. Rispetto a tante altre località di montagna visitate finora tra Trentino, Südtirol e Tirolo, per esempio, la Carnia ha saputo mantenere intatte le sue tradizioni culturali, senza ancora essere snaturata dal turismo di massa. Forse perchè meno pubblicizzata, la Carnia ci è sembrata la montagna nella sua accezione più sincera, senza fronzoli, diretta e genuina.
In questo articolo vorrei parlarvi delle cose più belle da vedere tra le otto valli presenti in Carnia, tra escursioni nella natura, borghi autentici e posti ghiotti dove mangiare.
Val Pesarina: nella Valle del Tempo tra orologi e stavoli
La tradizione della fabbricazione degli orologi in Val Pesarina risalirebbe al XVII secolo quando, si racconta, alcuni mastri orologiai italiani tornarono in patria dalle zone della Foresta Nera e della Baviera dove avevano appreso questa fine abilità artigiana. Per questo motivo spesso ci si riferisce alla Val Pesarina anche come la “Valle del Tempo” o “degli Orologi“.
La Val Pesarina è una delle valli più suggestive e affascinanti della Carnia, un pugno di borghi l’uno attaccato all’altro attraversati dalle acque del torrente Pesarina, visitabili facilmente anche a piedi o a cavallo. Per noi il borgo di Prato Carnico ha rappresentato la base ideale per alloggiare per poi spostarci nelle varie frazioni che ci interessava vedere. Prato Carnico è caratterizzato dalla presenza del campanile storto che dà sfoggio di sè nel bel mezzo della strada per entrare in paese. Il campanile è inclinato a causa del terreno e per le scosse del terremoto del 1976, mentre la chiesa parrocchiale è stata demolita nel XIX secolo perché già danneggiata da un sisma del 1700.
Alcuni borghi della Val Pesarina sono riconoscibili grazie a una particolare architettura rurale che in qualche modo li rende unici, come la presenza degli stavoli, una tipica abitazione di montagna fatta di pietra e legno dove i pastori erano soliti riporre il fieno o portare il bestiame durante la bella stagione prima di trasferirsi agli alpeggi ad alta quota. Le frazioni di Orias, Truia, Osais sono dei magnifici esempi per ammirare queste costruzioni, presenti in veri e propri piccoli agglomerati che rendono il paesaggio riconoscibilissimo e originale. Potrebbe capitare di trovare degli stavoli rimodernati per ospitare turisti in zona. Noi, ad esempio, abbiamo dormito in una di queste ex stalle, ma se non ve la consigliamo è solo per questo post qui!
Tra i borghi più belli da visitare in Val Pesarina non può restare fuori Pesariis, un paesino di poche anime che deve il suo nome al Palazzo della Pesa, ovvero la dogana, che un tempo controllava i traffici commerciali tra la Carnia e la Val Comelica, in provincia di Belluno. La vera arte orologiaia che tanto caratterizza la Val Pesarina ha radici profonde proprio qui a Pesariis, quando venne aperta la prima fabbrica di orologi a marchio Solari nel 1725, anche se, come ho accennato all’inizio, la produzione artigiana degli orologi risalirebbe a molto tempo prima.
Lo stesso personaggio di Solari ancora oggi sembra essere avvolto nel mistero, in bilico tra romanzo e realtà. Per alcuni sarebbe stato un pirata genovese che per sfuggire ai creditori si rifugiò prima nella Repubblica di Venezia poi a Pesariis dove mise in pratica le sue conoscenze di astronomia per fabbricare orologi; per altri sarebbe stato una spia ai servigi della Serenissima stanziatosi a Pesariis per controllare i commerci, ma la teoria più attendibile lo vedrebbe come mercante in viaggio tra Carnia, Austria, e soprattutto Germania dove avrebbe appreso i segreti e le tecniche per la fabbricazione degli orologi.
La fabbrica Solari ottenne un buon successo e durante il dopoguerra si può dire che nessuna stazione ferroviaria italiana non avesse un orologio a palette progettato da loro. Pesariis è ancora oggi conosciuto come il Paese degli Orologi e dal 2000 il sindaco ha creato un vero e proprio percorso che si snoda per le vie del paese alla scoperta di ventiquattro orologi e due meridiane monumentali. Si potranno ammirare orologi a turbina o a palette giganti, a scacchiera o a vasche d’acqua, calendari perpetui giganti ispirati ai grandi orologi del passato che svettavano sulle torri dei castelli o orologi a carillon. Nel centro di Pesariis è possibile visitare l’importante Museo dell’Orologio, non lontano dal Palazzo della Pesa, ma con le regole anti-Covid quest’estate bisognava prenotare in anticipo la visita.
Sauris: un borgo autentico tra malghe e prosciutti
Ci spostiamo in un’altra valle carnica, quella della Val Lumiei, e arriviamo a Sauris. Con le sue frazioni di Sauris di Sopra e Sauris di Sotto, questo paesino è un incanto di casine deliziose, bellissime strutture ricettive per il turismo di montagna, lo scenografico santuario di San’Osvaldo il cui campanile svetta suggestivo sulle abitazioni e il Lago di Sauris creato dallo sbarramento di una diga che negli anni ’40 allagò la frazione di La Maina. La diga ha una forma a cupola che crea vertigini al solo sguardo e si racconta che i resti dell’antico paese ancora si possano vedere sotto lo specchio d’acqua quando viene drenato occasionalmente. Sauris è una piccola oasi non solo di pace, silenzio e natura, ma anche linguistica, visto che l’idioma parlato è ancora quello antico di origine germanica che le popolazioni portarono intorno al XIII secolo ai tempi dei primi insediamenti. A Sauris sarà molto facile imbattersi in malghe che vendono formaggi a diverse stagionature, spesso accompagnati da confetture e mieli fatti in casa, ma anche prosciutti e salami la cui lavorazione in zona si perde nella notte dei tempi.
Uscendo da Sauris si sale verso le foreste di Ampezzo e passato il Passo del Pura si arriva a un rifugio dove è possibile assaggiare questi e altri prodotti prelibati del territorio riscaldati dal fogolàr che troviamo acceso in maniera confortante. Si tratta del Rifugio Tita Piaz che ospita i viandanti dal 1800, con camere al piano superiore, una buona cucina casareccia e tanta genuina ospitalità.
Queste zone sono meravigliose per panoramiche passeggiate in altura. Non a caso questo tratto di montagna viene spesso definito come “la Terrazza sul Tagliamento”.
Sappada: il fascino di un borgo di confine
Ci spostiamo al confine tra Friuli, Veneto, ma con interessanti contaminazioni dal mondo alpino e austriaco. Siamo a Sappada, un borgo meraviglioso che ha saputo mantenere intatte le sue caratteristiche culturali e tradizionali, a cominciare dalla lingua. Anche qui, come a Sauris, l’idioma parlato è quello di origine germanica tipico delle prime popolazioni che si stanziarono in questa valle intorno all’XI secolo. A Sappada Vecchia le architetture dei masi rispecchiano la tecnica dei Blockhause, abitazioni di legno e pietra tipiche dei paesi di lingua tedesca. Passeggiare per i vicoli silenziosi di Sappada Vecchia somiglia a un viaggio nel tempo tra costruzioni curate in ogni dettaglio, balconi fioriti, splendidi giardini con vista sui monti. La maggior parte degli alberghi e delle attività commerciali si trovano a Sappada Centro, più turistica senz’altro ma ricca di posticini notevoli dove soggiornare o mangiare un boccone. Noi ci siamo coccolati un po’ nelle calde atmosfere dell’Edelweiss Stube (conosciuto grazie alla trasmissione di Alessandro Borghese 4 Ristoranti) dopo chilometri di pioggia torrenziale: zuppe di patate e porcini, canederli, frico con polenta… Ah, il (comfort) food nostrano non ha uguali nel mondo!
Tra le escursioni qui intorno avrete solo che l’imbarazzo della scelta. Noi, viste le cattive condizioni meteo, ci siamo diretti in macchina alle Sorgenti del Piave, nella Val Sesis, ai piedi del Monte Peralba a quota 1830 metri slm dove, appunto, nasce il fiume Piave. Sono raggiungibili anche a piedi da molti sentieri o da Cima Sappada, comunque anche in macchina questa strada è qualcosa di magnifico. Torrenti, mucche al pascolo, caldi rifugi dove poter fare una sosta. Nel percorso ne abbiamo incontrati almeno due, il Rifugio Piani del Cristo a 1450 metri slm e il Rifugio Sorgenti del Piave, a 1830 metri slm, alle pendici del Monte Peralba, da dove si dipartono moltissimi sentieri verso l’Austria, la Val Visdende, il Peralba. Da qui parte anche l’Alta Via numero 6 per le Dolomiti. Scendendo verso Sappada troverete un magnifico mulino che un tempo sfruttava le acque del Piave per i lavori di segheria.
Panoramica delle Vette e Monte Crostis: il paradiso dei bikers (e non solo)
Si tratta di un percorso molto duro da fare in mountain bike, considerato una delle bestie nere tra le tappe del Giro d’Italia. Sto parlando della Panoramica delle Vette, un percorso ad anello che fortunatamente può essere fatto anche in macchina e in moto per godere dall’alto di una visuale a 360 gradi sulle Alpi Carniche e Giulie. Il percorso si può prendere da Tualis, frazione più elevata di Comeglians, in Val Degano, oppure da Ravascletto, un altro dei tanti borghi autentici della Carnia. Si parte da un’altitudine di 950 metri per arrivare ai 2250 del Monte Crostis in un percorso che si snoda tra boschi che profumano di funghi per poi salire fino alle malghe e alle casere dove sarete letteralmente circondati da pecore, cavalli, capre, asini. Circondati dal silenzio, belati a parte, avrete ai vostri piedi il Monte Coglians, il più alto della Carnia, il mitico Zoncolan e, nelle giornate più terse, addirittura il Grossglockner austriaco e il mare istriano.
Tolmezzo: alla scoperta degli antichi sapori carnici
Lasciando la Val Pesarina ci fermiamo in una frazione di Tolmezzo, a Illegio, per provare un ristorante tipico carnico anch’esso visto in tv nella trasmissione di Alessandro Borghese “4 Ristoranti”, La Buteghe di Pierute. Sorvolo sulla cura dei dettagli che abbiamo trovato qui come negli altri locali che ho descritto prima, ma la particolarità di questo ristorante è che serve prodotti tipici carnici, quindi permette un’esperienza culinaria notevole. Dal salame con l’aceto, al toc’ in braide (a base di polenta, formaggio e salumi), dai cjarsons (una pasta ripiena dal sapore dolce conditi con burro e formaggio), al classico frico, passerete un pranzo indimenticabile anche grazie alla tipica ospitalità friulana… (non ho foto perchè ci siamo spazzolati tutto, scusate…).
La Carnia è una regione magnifica dove, sono certa, potrei tornare altre cento volte senza mai fare la stessa cosa, ogni volta una vacanza diversa, qualcosa di nuovo per vivere la straordinaria natura di cui è capace.
Siete mai stati in Carnia? Avete un borgo preferito?
Ah, ma che pace trasmette la montagna! Colori rilassanti e paesaggi rilassanti che permettono di staccare la spina. Non conosco per niente questi posti ma non mi dispiacerebbe l’idea di trascorrere qualche giorno, magari ripercorrendo le tappe del vostro viaggio, visto che la Slovenia mi ispira parecchio.
Non avevo nemmeno mai sentito parlare di Solari e della fabbrica di orologi: chissà se ancora oggi le stazioni ferroviarie hanno uno dei suoi orologi? Dovrei provare a vedere qui a Bra, visto che è una stazione molto piccola dove le cose non sono cambiate molto negli ultimi trent’anni.
Ma sai che quel mulino mi ricorda tantissimo quello del Mulino Bianco? E visto che parliamo di cibo: prosciutti e formaggi e comfort food, che bontà!
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Siamo capitati durante i primi di settembre, sarà che non c’era nessuno, ma ce la siamo proprio goduta. La Carnia però ho idea che siamo sempre un po’ così, tranquilla, con i suoi tempi lenti, come se davvero tra quelle valli non passasse mai. E poi, che cucina, che prodotti, Silvia! Tornerei volentieri all’Edelweiss Stube solo per quella zuppa!
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Avevo letto del Paese degli orologi proprio qualche mese fa, diciamo che una passeggiata tra le stradine la reggerei ma il museo no… il ticchettio a bomba su di me può avere effetti devastati, 😀 sono il classico tipo che toglie tutte le batterie dagli orologi 😛
Ahh le sorgenti del Piave, quanta storia e che posti meravigliosi anche da percorrere solo in auto come dici tu.
La zuppa di patate e porcini con la pioggia di sottofondo è veramente una coccola e ti dirò, domani me la sparo anche io! Il salame con l’aceto invece mi manca, mai assaggiato. Solo a me quelle casette con i gerani e la legna accatastata fanno venire in mente Sui monti con Annette? (anche se siamo sul lato opposto dell’arco Alpino?) 😉
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*devastanti
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Sui monti con Annette, Heidi e compagnia bella, mi è tornato in mente tutto il bagaglio cartoonistico dell’infanzia con quei panorami 😀 Sauris poi l’ho proprio adorato, abbiamo fatto una passeggiata per il paese completamente soli, e mi sono immaginata a tornarci durante l’inverno, con la neve e tutto il resto…Eh, bei sogni, di questi tempi poi… Un viaggio in queste zone è interessantissimo anche dal punto di vista pappa… Abbiamo trovato ricette strane, mai trovate altrove, gustose e particolari… Ma con me vincono sempre le zuppe 😉
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Non sono mai stata in Friuli ed è un vero peccato.. questi borghi con le casette in legno sono davvero stupendi!
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Il Friuli è stato una vera sorpresa! Ospitalità e panorami al top 😉
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Ho visitato alcuni dei posti che hai menzionato nel tuo articolo, ma non sapevo dell’esistenza del Paese degli Orologi. Mi affascina moltissimo e sinceramente non vedo l’ora di visitarlo, deve essere molto bello. Ma del resto tutta questa area mi attira molto!
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La Carnia ha conservato qualcosa di magico secondo me, nelle atmosfere, nei panorami e nelle tradizioni. Anch’io ci tornerei volentieri 😉
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Mai stata…e nemmeno conoscevo questi luoghi, alcuni solo sentiti nominare… che bellezza e che pace!
Per certi versi ricordano molto le mie zone qui dell’Italia del nord ovest, tra Piemonte e Valle d’Aosta!
Ma dimmi di te…. come stai!? Dolorini, o sei in forma 🙂 ?
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Non conosco la zona dove vivi, ma se mi dici che per pace e bellezza ti ricorda la Carnia allora ti invidio moltissimo perchè io me ne sono innamorata!
Per me rappresenta davvero la montagna più pura che ci sia, quella magari un po’ brusca, ruvida, ma genuina 😉
Grazie per chiedermi della gravidanza, Elena, sei molto dolce 🙂
Sto abbastanza bene, a riposo dal lavoro ormai da settembre (e non poteva essere altrimenti con il covid di mezzo lavorando in una farmacia…), dolori sì perchè la piccola si muove tanto. Sto valutando la struttura dove partorire, cosa non facile visto che a Roma stanno quasi diventando tutti ospedali Covid…
Tu invece che mi racconti? Come stanno andando questi primi mesi da neo mamma? Hai qualcuno che ti aiuta? Lavori da casa?
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Si, anche qui dove abito io è un po’ così , grezzo e naturale, c’è molta pace…infatti a volte mi manca la frenesia… diciamo di New York! 😉
Io sono maestra, quindi mi sono presa l’intero anno scolastico di maternità, rientrerò a giugno per le riunioni e poi ripartiro’ definitivamente a settembre.
I primi mesi…tutto bene, ma li sto trovando faticosi! Allattare è un lavoro a tempo pieno praticamente… fortunatamente,si, ho chi mi aiuta, abitando vicino a mamma e sorelle… se no, sono sincera, da sola diventerei matta!
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Sono molto faticosi i primi mesi, io non sapevo da dove cominciare, nonostante non sia riuscita ad allattare.
Ed ero sola perchè mio marito è tornato in ufficio dopo una settimana di congedo e a darmi una mano solo mia suocera nei ritagli di tempo perchè all’epoca ancora lavorava. Però pensa che sono fasi brevi e che più passa il tempo più ti ricorderai i momenti belli che quelli faticosi 🙂
Ti mando un abbraccio Elena, grazie!
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Non sono mai stata in Carnia e dal tuo racconto con stupende foto me ne hai fatto innamorare 😍 adoro i borghi e quelli di montagna, circondati da panorami mozzafiato, sono una vera chicca assolutamente da visitare! Non mi sono spinta più in là del Trentino ma mi devo proprio ricredere dopo aver letto questo articolo!!!
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Se uno pensa alla montagna in Italia immediatamente pensa al Trentino, invece ci sono molte altre soluzioni altrettanto interessanti e anche più economiche (il che non guasta mai;) ) La Carnia è stata una sorpresa sotto tutti i punti di vista. E come si mangia…!!!
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Da espatriata friulana mi fa solo piacere leggere articoli sulla mia regione troppo spesso dimenticata e sottovalutata. Molti italiani all’estero non sanno neppure dove sia così mi trovo a fare lezioni di geografia :). Grazie per aver visitato il Friuli.
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Ma sai che anche noi abbiamo riscontrato questa lacuna? Quando quest’estate abbiamo parlato con amici e parenti delle zone strepitose che abbiamo visitato non tutti sapevano bene di cosa stavamo parlando… Forse perchè poco pubblicizzato, fatto sta che con noi il Friuli ha fatto centro!
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Territori a me completamente sconosciuti. Me culpa. Non ho mai considerato un viaggio da queste parti, e me ne sto pentendo amaramente. Appena sarà possibile, pianificherò un bellissimo road trip alla scoperta di questi borghi tenendo conto dei tuoi preziosi consigli.
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Anche per noi il Friuli era un buco nero sulla cartina, lo vedevamo fuori mano e forse neanche troppo interessante. Poi l’estate del covid ci ha portato lì quasi per caso e ce ne siamo innamorati, soprattutto di questa zona 😊
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